Avanti Savoia! Il saccheggio del Meridione è un western-splatter narrato dalle bandite
In onda dal 12 marzo sulle maggiori piattaforme on demand, “Il mio corpo vi seppellirà” di Giovanni La Pàrola. Originale western-splatter made in Sud sulla Sicialia del fatidico 1860, all’indomani dello sbarco dei Mille e della cacciata dei Borboni per arrivare all’Unità d’Italia. Una storia di saccheggio da parte di tutti, e tutti macellai, dai soldati dei Savoia a quelli dei Borboni, ai contadini e ai briganti. E anche le bandite, quattro cowgirls che il desiderio di vendetta ha reso non poco feroci …
Ambientato in Sicilia (anche se il film è stato girato tra colli e lande desolate della Puglia) si svolge tutto in Trinacria, un po’ a sud, un po’ ad est, un po’ ad ovest, a cavallo di un anno: il fatidico 1860, appena pochi mesi dopo il maggio in cui il Generale indomito Giuseppe Garibaldi, anche parecchio acciaccato dalla sua vita avventurosa di compulsivo condottiero di rivoluzioni, si riversò coi suoi Mille, con rosse giacche destinate ai macellai, a Marsala, per cacciar via i Borboni e realizzare l’Unità d’Italia.
Anche se macellai – con preferenza non di bestie ma di umani, in questo western-splatter made in Sud, Il mio corpo vi seppellirà, diretto, montato e scritto (insieme ad Alessia Lepore) da Giovanni La Pàrola – lo sono un po’ tutti.
Lo sono i militari dei Savoia, spediti giù per estirpare i banditi e soprattutto rimpolpare, con l’oro di possidenti e aristocratici locali, le casse assai smagrite di Vittorio Emanuele II, neo re d’Italia.
Lo sono i militari dei Borboni; i banditi, i contadini in caos perenne del meridione; e soprattutto lo sono anche “Le Drude”, dette anche banda di bagasce: le bandite. Quattro cowgirls che il desiderio di vendetta ha reso non poco feroci.
Ce le raccontano, le loro ragioni, in una grotta dove, tra una scorribanda e l’altra, si nascondono e, come ragazze rifugiate per scampare la peste, s’intrattengono a vicenda confessando, ognuna alle altre, la sua storia da truce decamerone.
Sono Ciciella (Rita Abela) specializzata in tagli rapidi di “piselli” maschili, compreso quello di un garibaldino; Erré (Miriam Dalmazio), anche lei abilissima con ogni tipo di coltello, trovata senza memoria sotto le macerie di una casa bruciata da un sarto prêt-à-porter che gira con la sua bottega-carrozzone per cucir abiti ai padroni; Maria (Antonia Truppo) con banda nera su un occhio che non contrasta, anzi l’aiuta a fare secco chiunque col fucile; e Lucia (Margareth Madè), ex sposa di un brigante, sfregiatrice perfetta con un attrezzo sinuoso che viene dall’Oriente.
A dare loro la caccia è il macellaio Murat (l’ottimo Giovanni Calcagno), ex maggiore Borbone ora passato, per salvare la pelle, agli ordini di casa Savoia, che porta avanti le sue sanguinose imprese seguito a ruota da un fotografo pronto a documentare il prima e il dopo (cristiani vivi e poi scannati), per la gloria di tutti, e “l’Unita – come uno dice – de sta minchia” senza mai dar di stomaco.
Belli i costumi e i paesaggi.
Consigliato agli amanti del genere. Però, per via del finale, piacerà meno ai cordiopatici in attesa di un’operazione.
Prodotto da Olivia Musini, Luigi Musini, Andrea Paris, Matteo Rovere. Produzione Cinemaundici e Ascent Film con RaiCinema, per ora Il mio corpo ti seppellirà si potrà vedere su Chili, Amazon, Google Play, Apple, I Tunes, Rakuten Tv TimVision, Infinity.
E di sicuro in futuro, per via del tema western, su RaiMovie.
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