Bellocchio, Moretti, Rohrwacher. Al via Cannes 76, des italiens e della letteratura

 

Bellocchio, Moretti, Rohrwacher. È un bel tris di autori italiani quello che si contenderà la Palma d’oro 2023 in questa edizione di Cannes 76 (dal 16 al 27 maggio), festival zeppo come sempre dei più grandi nomi del cinema internazionale. Anche se stavolta – parola di Thierry Fremaux, il delegato generale che ha annunciato il cartellone – il concorso sarà un mix tra “giovani e veterani”.

Di certo veterano è Marco Bellocchio che arriva in gara con Rapito, un film storico di grande impatto al qale aveva lavorato a lungo, per poi abbandonarlo, anche Steven Spielberg. Parliamo, infatti de Il caso Mortara come recita il titolo del libro di Daniele Scalise (Mondadori), il bambino ebreo sottratto alla famiglia da Papa Pio IX nel 1858 per essere cresciuto a Roma come cattolico a cui si rifà liberamente il film. Una vicenda a lungo dimenticata in cui l’oppressione del regime temporale ecclesiastico si incrocia col morbo antico dell’antisemitismo, alla cui scenegiattura hanno lavorato lo stesso Bellocchio insieme a Susanna Nicchiarelli con la collaborazione di Edoardo Albinati e Daniela Ceselli e la consulenza storica di Pina Totaro. Rapito sarà nei cinema dal 25 maggio (con 01 Distribution).

Veterano, anzi, decisamente un habitué è anche Nanni Moretti, nuovamente in concorso col nuovo Il sol dell’avvenire, potente riflessione a tutto tondo sul contemporaneo, dall’arte alla militanza, passando dalla storia del PCI che potete già godervi al cinema (nel caso di Nanni anche Cannes cede alla regola dell’anteprima mondiale) e che sicuramente non lascerà indifferente la giuria capitanata da Ruben Östlund.

Giovane, ma anche veterana di Cannes (da qui sono passati e sono stati premiati i precedenti Le meraviglie e Lazzaro felice) è, infine, Alice Rohrwacher con La chimera. Dopo la candidatura all’Oscar per il corto Le pupille, la regista esplora il mondo clandestino dei “tombaroli”,  raccontando di un giovane archeologo inglese (Josh O’Connor) coinvolto nel traffico dei reperti archeologici. Con Isabella Rossellini, Carol Duarte, la sorella Alba Rohrwacher e Vincenzo Nemolato.

Non mancheranno poi, altri habitué di peso come Ken Loach – due volte Palma d’oro – con un nuovo e potente atto d’accusa contro gli orrori del neoliberismo (The Old Oak  che arriverà in sala per Lucky Red); Hirokazu Kore’eda che torna nel suo Giappone (Monster, anch’esso presto in sala con Lucky Red) raccontando sotto vari punti di vista un “incidente” tra prof e studente, così come di scuola, stavolta d’èlite e in chiave ambientalista, è il tema del nuovo film dell’austriaca Jessica Hausner (Club Zero distribuito in Italia da Academy Two). E ancora i grandissimi Aki Kaurismäki (Fallen Leaves), Wes Anderson (Asteroid City), Todd Haynes (May December), Nuri Bilge Ceylan (About Dry Grasses), più un doppio Wim Wenders, in concorso con Perfect Days e tra le Proiezioni speciali con un ritratto in 3d (Anselm) dello scultore Anselm Kiefer. Così come doppia è anche la presenza del grande documentarista cinese Wang Bing in concorso (Jeunesse) e nelle Proiezioni speciali (Man in Black) con un ritratto di Wang Xilin, il più grande musicista cinese vittima, come tanti, della rivoluzione culturale.

Oltre al già annunciato Killers of the Flower Moon di Martin Scorsese, fuori concorso, di letterario troviamo – stavolta in concorso  – The Zone of Interest del 58enne britannico Jonathan Glazer. Adattamento dell’omonimo romanzo dello scrittore britannico Martin Amis (tradotto in italiano nel 2015 da Einaudi) il film ci porta attraverso un insolito triangolo amoroso tra nazisti all’interno e all’esterno di un campo di concentramento (nella foto). L’occupazione nazista dell’Olanda, invece, è centrale nel nuovo film del premio Oscar Steve McQueen, Occupied City che, a partire dal libro (Atlas van een bezette stad: Amsterdam 1940-1945) della moglie olandese Bianca Stigter, già autrice del magnifico Tre minuti, ricostruisce la memoria della persecuzione ebraica ripercorrendo oggi luoghi e strade di Amsterdan negli anni della guerra (nella foto).

Al personaggio letterario di Marcel Rouf, appassionato e raffinato gastronomo francese, è ispirato poi La Passion de Dodin Bouffant del regista di origini vietnamite Tran Anh Hung che dopo il concorso arriverà nelle nostre sale con Lucky Red.

Mentre è una scrittrice la protagonista di Anatomie d’une chute della giovane regista francese Justine Triet, anche lei in concorso, alle prese con una tumultuosa vicenda familiare destinata a finire in dramma. Il film arriverà nei nostri cinema con Teodora. Completa il ricco elenco di grandi nomi Godard, recentemente scomparso, presente con un cortometraggio dal titolo molto godardiano: Film annonce du film qui n’existera jamais: “Drole de guerre” nuova riflessione sul linguaggio e occasione per tornare ai suoi titoli di un tempo che hanno segnato la storia del cinema. Come Il disprezzo, per esempio, dall’omonimo romanzo di Alberto Moravia che sarà riproposto nella sezione Cannes Classique.

 Ancora letteratura nella sezione autonoma del festival, la storica Quinzaine des réalisateurs, ribattezzata da quest’anno de Cinéastes. Parliamo infatti de La valle del peccato, film del 1993 diretto da Manoel de Oliveira, tratto da un romanzo di Agustina Bessa-Luís e ispirato a sua volta da Madame Bovary di Gustave Flaubert. Un omaggio al grande autore portoghese scomparso a 106 nel 2015 a cui è anche dedicata l’affiche di questa edizione della Quinzaine.