È morto l’attore Stuart Whitman: cinquant’anni di carriera tra John Wayne e… Alberto Sordi
Ha cavalcato accanto a John Wayne, Stuart Whitman, scomparso il 16 marzo a 92 anni: ne I comanceros (1961) i due attori recitano fianco a fianco, ranger l’uno e giocatore accusato d’omicidio l’altro, ma uniti nel contrastare la banda di trafficanti che dà il titolo al film.
Di western Whitman (nato a San Francisco nel 1928) ne ha interpretati molti, tra cui la serie tv Cimarron Strip (1967-68), che lo vede protagonista in uno dei suoi ruoli più importanti, quello del maresciallo Jim Crown, posto a presidio di una zona al confine tra il territorio degli indiani e quello dei bianchi.
Ma la carriera cinquantennale dell’attore comprende generi e personaggi disparati: dagli esordi in piccoli ruoli non accreditati nella fantascienza degli anni Cinquanta (Ultimatum alla Terra, Quando i mondi si scontrano) a diversi horror negli anni Settanta: tra questi, il b-movie (diventato cult) La notte della lunga paura (1972), tratto dal romanzo The Year of the Angry Rabbit di Russell Braddon.
Molto frequentato dall’attore anche il genere bellico: tra le altre cose, è di nuovo con John Wayne nello stellare cast de Il giorno più lungo (1962), kolossal sullo sbarco in Normandia. Ma, in tempo “di pace”, è anche uno degli aviatori che si sfidano nella commedia Quei temerari sulle macchine volanti (1964): dove, tra i suoi rivali, c’è persino Alberto Sordi nei panni del Conte Emilio Ponticelli.
Whitman ha corso per l’Oscar (come miglior attore protagonista) col suo personaggio forse più difficile e rischioso, quello di Jim Fuller (ne Il marchio, 1961, dal romanzo di Charles E. Israel), un molestatore di bambini che, dopo la prigione e un percorso di cura psichiatrica, tenta di reinserirsi nella società.
Nell’ultimo periodo di attività uno dei suoi ruoli più significativi è stato per un adattamento dai fumetti di Superman, ovvero la serie tv Superboy (1988-92), dove interpreta il padre adottivo di Clark Kent, Jonathan.
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