Previsioni per settembre: Venezia 2020 (al momento) non si ferma

«Noi lavoriamo alla selezione come un’annata normale, per quanto consapevoli di quello che ci accade. Da qui a settembre immaginiamo, non solo per noi festival, ma per il cinema e il mondo, che il virus sia regredito»: così ha dichiarato Alberto Barbera, direttore artistico della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, la cui nuova edizione si svolgerà (pandemia permettendo) dal 2 al 12 settembre 2020.

Qualora la primavera e l’estate segnassero effettivamente un progressivo ma decisivo superamento dell’emergenza sanitaria in corso, il festival potrebbe anche includere, nella sua selezione, titoli originariamente previsti per Cannes 2020 (il cui stop è ormai ufficiale).

Viceversa, come ammette lo stesso Barbera, c’è la concreta possibilità che molti dei film originariamente attesi per Venezia dovranno a loro volta slittare, causa interruzione dei lavori sui set per far fronte al contagio.

In ogni caso, non possiamo che augurarci di assistere a Venezia 2020 nei tempi previsti, come l’inizio di un felice ritorno a tempi più sereni (non solo) per il cinema internazionale.

Nel frattempo, i lavori della Biennale proseguono (anche) con l’insediamento, il 19 marzo, del nuovo Consiglio di Amministrazione (in carica fino al 2023), presieduto da Roberto Cicutto e formato dal Vicepresidente (e Sindaco di Venezia) Luigi Brugnaro, dal Presidente della Regione Veneto Luca Zaia e da Claudia Ferrazzi (designata dal Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo).

Nella stessa occasione Cicutto ha dichiarato che «le condizioni eccezionali» in cui ci si trova dovranno spingere «non solo a trovare le soluzioni migliori per continuare la missione della Biennale», ma soprattutto ad «arricchirla di nuove proposte e di nuovi stimoli per diffondere le arti contemporanee».

A tale proposito il neopresidente ha sottolineato l’attualità (e addirittura il valore “profetico”) di cui si caricherebbero alcuni spunti già messi in campo per la prossima edizione, in particolare il titolo della Mostra di Architettura (deciso dal suo direttore Hashim Sarkis), How will we live together?

«Sembra un paradosso», ha commentato al riguardo Cicutto, «che, costretti alla separazione fisica, siamo al tempo stesso protagonisti di una crescita esponenziale dei rapporti interpersonali attraverso le nuove tecnologie. Tutto ciò non può non farci riflettere sui luoghi interni ed esterni della nostra nuova convivenza».