Il cinema italiano fa festa (anche) alla Festa di Roma. Tra tanto teatro e serie tv letterarie


Tanto cinema italiano, ancora, dopo la scorpacciata veneziana. Tante serie tv letterarie. Tanto teatro. Tante registe donne (la spagnola Isabel Coixet, la brasiliana Carolina Markowicz, la finlandese Katja Gauriloff e le tante italiane Emma Dante, Roberta Torre, Carolina Carone, Francesca Comencini, Ginevra Elkann, Anne Riitta Ciccone) e anche attrici che registe lo sono appena diventate come Kasia Smutniak, Margherita Buy e Paola Cortellesi che apre la kermesse capitolina con C’è ancora domani.

La 18a Festa del Cinema di Roma (dal 18 a 29 ottobre) dedicata a Giuliano Montaldo, sarà questo soprattutto e tanto altro, come sottolinea la direttrice artistica Paola Malanga evidenziando lo stretto rapporto di questa edizione col teatro, la musica e la letteratura, sia per la presenza fisica di importanti personaggi sia per l’ispirazione di molti film e, in certi casi – come i due documentari Maria Callas Lettere memorie, Monica racconta Maria di Tom Volf (dove Monica è la Bellucci e Maria la divina Callas) e Fela, il mio Dio vivente di Daniele Vicari (dove Fela è il grande musicista nigeriano Fela Kuti) –, per il loro stesso contenuto.

Dal teatro, per esempio, viene direttamente Tante facce della memoria, rievocazione della strage delle Fosse Ardeatine attraverso la voce delle donne-testimoni che Francesca Comencini ha portato sullo schermo a partire dallo spettacolo teatrale da lei curato con Mia Benedetta, tratto dalle registrazioni raccolte da Alessandro Portelli tra il 1997 e il 1999.  Lunetta Savino, Mia Benedetta, Bianca Nappi, Carlotta Natoli, Simonetta Solder, Chiara Tomarelli nei panni di Lucia Ottobrini, Carla Capponi, Luisa Musu, Ada Pignotti, Vera Simoni, Gabriella Polli, sono mogli, madri e figlie di sei di quei 335 uomini che furono fucilati dai nazi-fascisti e interrati in una fossa comune il 24 marzo del 1944.

Del drammaturgo napoletano Ruggero Cappuccio e Nadia Baldi è poi il film Shakespea Re di Napoli, ispirato alla figura del grande drammaturgo inglese che aveva dedicato i suoi Sonetti al misterioso mister W.H., uno degli enigmi più affascinanti della letteratura mondiale.

La solitudine è questa, documentario di Andrea Adriatico – altro nome di punta del nostro teatro -, è dedicato alla figura dello scrittore Pier Vittorio Tondelli, che lo scorso 14 settembre avrebbe compiuto 68 anni: sette scrittori italiani under40 ne raccontano le vicissitudini in un “road doc movie” da Correggio a Berlino, passando per Bologna, Milano, Rimini, Roma, Firenze, Orvieto e L’Aquila.

Il legame tra cinema e teatro è testimoniato in modo diretto e indiretto anche da alcuni titoli di richiamo. Fra tutti il ritorno al cinema di Emma Dante con Misericordia, ambientato in un piccolo borgo marinaro siciliano. Nella città più teatrale del mondo è ambientato il documentario Posso entrare? An ode to Naples di Trudie Styler, con interviste a personaggi che incarnano l’anima di questa città, tra cui Roberto Saviano e don Antonio Loffredo, parroco del quartiere Sanità, con un omaggio musicale alla città.

Dall’opera teatrale omonima di Filippo Gili, ancora, deriva dall’Alto di una fredda torre di Francesco Frangipane che dopo averla messa in scena nel 2015, dirige ora il film. La pièce è secondo capitolo della Trilogia di mezzanotte, preceduta da Prima di andare via e seguita da L’ora accanto. Sei personaggi (la famiglia e due medici) in cerca di una decisione dolorosissima.

Ispirato al capolavolavoro di Marcel Proust, addirittura, è poi A la recherche il nuovo film di Giulio Base (produce la premiata ditta della consorte Tiziana Rocca, Agnus Dei con RaiCinema) già nominato nuovo direttore artistico del Torino FilmFest per il 2024. Di recherche nel senso di memoria da non perdere, in questo caso gli orrori della dittatura di Pinochet, parla La memoria infinita della cilena Maite Alberdi Augusto che porta sullo schermo una coppia importante di intellettuali della cultura cilena, il giornalista Augusto Góngora e l’attrice e politica Paulina Urrutia.

Adattamenti di bestseller sono le serie tv presentate in anteprima alla Festa. I leoni di Sicilia, per la regia di Paolo Genovese, dall’omonimo romanzo di Stefania Auci, e La storia, per la regia di Francesca Archibugi, tratta dall’omonima pietra miliare della letteratura italiana, il romanzo di Elsa Morante. Completa il menu l’ennesimo seguito del bestsellr di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini Suburra che qui prosegue come Suburræterna.

Tra i titoli da segnalare, anche se non letterari, gli omaggi a Monica Vitti di Roberta Torre (Mi fanno male i capelli) e a Lorenza Mazzetti di Brighid Lowe (Together With Lorenza Mazzetti), e il ritorno di Caterina Carone con un insolito Christian De Sica scrittore (I limoni d’inverno).

Infine si potrà vedere anche una serie di film sul lavoro che finalmente torna a essere oggetto di interesse nel cinema italiano come da tempo avviene in Inghilterra e in Francia. Tra questi Cento domeniche di Antonio Albanese sulla perfida logica delle banche in grado di rovinare ogni sogno di emancipazione, Uomini in marcia di Peter Marcias (con la partecipazione di Ken Loach), dedicato ai diritti dei lavoratori nel terzo millennio. Con il suo nuovo atteso film, Et la fete continue! (nelle foto), il “Ken Loach” francese Robert Guédiguian torna nella sua Marsiglia per raccontare ancora una volta la voglia di resistere, fare politica e continuare a sognare.