La bambina e il piccolo principe

A Cannes riflettori puntati sull’anteprima mondiale del nuovo cartoon di Mark Osborne che rilegge il capolavoro di Saint-Exupéry. In Italia a dicembre…

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Il piccolo principe è cresciuto e si è dimenticato tutto. Sarà una bambina a “salvarlo” ricordandogli di guardare il mondo con gli occhi del cuore. Tra applausi e passerella di “divi doppiatori” (da Marion Cotillard a Benicio Del Toro) Cannes, ormai in chiusura, ha acceso la grancassa mediatica sul nuovo cartoon kolossal dell’americano Mark Osborne che dalla Croisette si appresta ad invadere il mondo (in Italia arriva a dicembre per Lucky Red). Una produzione milionaria che ha messo insieme i più grandi talenti Disney, Pixar e Dreamworks per una nuova versione del classico della letteratura per ragazzi (e adulti), il libro più venduto al mondo dopo la Bibbia.

Sono decenni che il cinema, la televisione, l’opera e il mondo dei cartoon si cimenta col libro dei libri di Antoine de Saint-Exupéry. Praticamente da quando è stato pubblicato nel lontano 1943. Persino Orson Welles pensò ad una versione per il cinema de Il piccolo principe insieme a Walt Disney, ma poi non se ne fece nulla: due geni insieme erano troppi. Di quell’impresa resta la sceneggiatura, pubblicata in Italia da Bompiani con prefazione di Enrico Ghezzi. cop.aspxQuesto per dire quanto sia difficile confrontarsi con l’enorme immaginario scaturito dalle avventure di quel bimbetto biondo immortalato dallo stesso srittore-aviatore francese nei suoi incantati acquerelli che accompagnarano la prima edizione del libro. L’ha capito subito, infatti, Mark Osborne il regista americano di Kung Fu Panda quando si è messo al lavoro sul kolossale progetto. Sapeva che toccare non solo la storia ma anche i disegni originali di Saint-Exupéry sarebbe stato “pericoloso”. Così fatti salvi racconto e acquerelli, restituiti con l’effetto artigianale della stop motion, vero cuore e meraviglia del film, Osborne è intervenuto sulla “cornice”, costruendo un’altra storia intorno, decisamente meno affascinante. Una sorta di mondo reale, ricostruito con la computer grafica, in cui  gli adulti hanno cancellato ogni guizzo di fantasia. Tutto è grigio, frenetico, ordinatissimo. E qui vive una bambina costretta dalla mamma “manager” a ritmi di studio da lager pur di superare l’esame d’ammissione alla prestiogiosa Accademia Werth. Allo scopo si sono addirittura trasferite in una casa davanti all’Istituto per ottimizzare i tempi. Ma ecco che proprio lì accanto vive un anziano e bizzarro aviatore, lo stesso Saint-Exupèry, che poco a poco distoglierà dagli studi la piccola per iniziarla al mondo della fantasia. E in che modo? Inviandole ogni giorno un aeroplanino di carta con le pagine originali del Piccolo principe. Nel mondo degli adulti faranno così irruzione i celebri personaggi creati dalla penna dello scrittore: dalla volpe alla rosa, dal serpente al Vanitoso, fino all’uomo d’affari che conta le stelle credendo di possederle. Nel corto circuito fra i due mondi troveremo sul finale anche un piccolo principe cresciuto e a sua volta ridotto a fare lo spazzacamino sui grattacieli della city. Sarà proprio la bimba, stavolta, a restituirgli il favore, ricordardogli la sua vera natura. La fantasia e la poesia, insomma, che hanno reso grande Il piccolo principe, ma che così poco ritroviamo nella versione di Osborne.