L’Orso d’oro canta “Bella ciao”. L’Italia vince con Elio Germano e i fratelli D’Innocenzo

Torna all’Iran nel segno di tutte le battaglie contro regimi e repressioni l’Orso d’oro 2020. Sul podio della 70esima Berlinale, anzi grande assente dal podio – da anni è vittima di condanne e del divieto di lasciare Terhan – è Mohammad Rasoulof col suo There Is No Evil, nuovo potetente e spiazzante capitolo sull’Iran imbavagliata e violentata dal regime che, proprio, cinque anni fa ha visto conquistare un altro Orso d’oro: quello per Taxi teheran di Jafar Panahi, altro grande autore vittima della censura.

There Is No Evil, passato l’ultimo giorno di concorso ha spiazzato ogni previsione, raccontando quattro storie in cui si rincorrono, con forza e poesia, i temi della pena di morte, la repressione, la colpa e la capacità di schierarsi. Con potente finale sulle note di Bella ciao, diventato ormai inno di libertà per il mondo globalizzato.

L’Italia, come da auspici, vince l’Orso d’argento per la sceneggiatura di Favolacce, seconda – apprezzata – prova di regia dei fratelli D’Innocenzo, mentro Elio Germano – anche nel cast di Favolacce – porta a casa l’Orso d’argento come miglior attore, per il ruolo del pittore Ligabue nel film di Giorgio Diritti, Volevo Nascondermi.

Miglior attrice è Paula Beer per il film tedesco Undine di Christian Petzold. L’Orso d’argento al migliore regista va al coreano Hong Sangsoo per The woman who ran. Il Gran Premio della Giuria a Never Rarely Sometimes Always della statunitense Elisa Hittman. Premio speciale della 70esima edizione a Delete History di Benoit Delepine e Gusave Kervern. Il premio al miglior documentario è andato a Irradiated di Rithy Panh.