Nanni, Matteo e Paolo: tre italiani in corsa per la Palma d’oro

Garrone, Moretti e Sorrentino. Tutti e tre in concorso al festival di Cannes. Non succedeva da oltre vent’anni. Comunque vada, insomma, è già un successo!

foto x cannes
Paolo Sorrentino, Nanni Moretti, Matteo Garrone

A vederli tutti e tre, ritratti insieme, si ha un po’ l’impressione della foto di famiglia. Col “papà” al centro e i suoi ragazzi. Non ce ne vorrà Nanni, perché non lo diciamo per un fatto anagrafico: Paolo Sorrentino è del 1970, Matteo Garrone è del 1968 e Moretti del 1953. Nessuno di loro è più un giovanotto, insomma, pure se in Italia si chiamano “giovani registi” ancora i cinquantenni. Questa è “la foto di famiglia del cinema italiano”, ma non quello che per retorica si sbandiera ai festival. Quello, piuttosto e l’unico – Tornatore fa caso a sè – , capace di varcare i confini nazionali per uno sguardo personalissimo e fuori dallo standard italiano. In questo senso Nanni è il “papà”. Anche se poi Garrone, in qualche modo gli è davvero “figlio”: è stato lui a scoprirlo e premiarlo al Sacher Festival, nel lontano 1996, dove esordì con il corto Silhouette.

Ebbene, una foto storica, per un momento storico: tutti è tre saranno in gara al prossimo festival di Cannes (dal 13 al 24 maggio) come annunciato stamattina a Parigi dal delegato generale del festival Thierry Frémaux, nel corso della presentazione del cartellone. Nanni Moretti col suo magnifico Mia madre, già in sala, Paolo Sorrentino con Youth-La giovinezza (distribuisce Medusa a maggio) e Matteo Garrone con Il racconto dei racconti – nei cinema il 14 maggio per 01 -, libero adattamento de Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile, grande narratore di fiabe del XVII secolo.

Storica anche la dichiarazione congiunta dei tre autori, mai vista fin qui. “Siamo felici e orgogliosi di rappresentare l’Italia in concorso al prossimo Festival di Cannes. Siamo consapevoli che è una grande occasione per noi e per tutto il cinema italiano. I nostri film, ognuno a suo modo, cercano di avere uno sguardo personale sulla realtà e sul cinema; ci auguriamo che la nostra presenza a Cannes possa essere uno stimolo per tanti altri registi italiani che cercano strade meno ovvie e convenzionali”.

Dopo Gomorra e Reality (entrambi vincitori del Grand Prix) Matteo Garrone torna sulla Croisette con una coproduzione internazionale, girata in inglese, dai grandi budget e dal cast stellare: Salma Hayek, Vincent Cassel, Toby Jones e con la partecipazione di Alba Rohrwacher  e Massimo Ceccherini. Re e regine, principi e principesse, orghi e draghi, strghe e lavandaie, sono i protagonisti di tre storie che rincorrono tre novelle del grande Basile, la “cui opera è universalmente riconosciuta come antesignana di tutta la letteratura fiabesca dei secoli successivi”.

Una riflessione sulla vecchiaia e non solo è, invece, è Youth-La giovinezza di Paolo Sorrentino, frutto anch’essa di una coproduzione Italia-Francia-Regno Unito-Svizzera,  girato in inglese e cast di divi: Michael Caine, Harvey Keitel, Rachel Weisz, Paul Dano e Jane Fonda.

Dopo Il divo Andreotti (Premio della giuria), This Must Be the Place e La grande bellezza, Sorrentino torna a Cannes – forte dell’Oscar – con una storia ambientata in un elegante albergo ai piedi delle Alpi dove, Fred e Mick, due vecchi amici alla soglia degli ottant’anni, trascorrono insieme una vacanza, consapevoli che il loro futuro si va velocemente esaurendo.

Di Mia madre di Nanni Moretti, abbiamo già detto tutto nei giorni scorsi. E non ci resta che aggiungere di andarlo a vedere in sala.

Nanni, del resto, è ormai un habitué della Croisette. Ogni suo film è passato di là, (Palma d’oro alla Stanza del figlio) ed è stato anche presidente di giuria. Quest’anno, invece, toccherà ai fratelli Coen giudicare i film in concorso che, come ogni anno, rappresentano il gotha del cinema mondiale. E che potete leggere qui. http://www.festival-cannes.com/fr/article/61306.html

Resta solo da aggiungere che tanti film italiani in gara, a Cannes, non si vedevano dal 1994. Allora furono addirittura quattro: Caro Diario di Moretti (Palma per la regia), Le buttane di Aurelio Grimaldi, Una pura formalità di Giuseppe Tornatore e Barnabo delle montagne di Mario Brenta.