Nell’oscurità del bosco dove una “merce molto pregiata” riporta la luce. La favola di Hazanavicius chiude Cannes in bellezza

Ultimo film del concorso è passato a Cannes, “La plus précieuse des marchandises”, debutto nel cinema di animazione per Michel Hazanavicius che ha adattato il testo di Jean-Claude Grumberg, tradotto in Italia da Guanda (“Una merce molto pregiata”). Una favola sullan Shoah delicata, commovente e persino ironica he ci accompagna dall’altra parte della Storia, seguendo piuttosto che l’orrore, la forza della vita contro il male assoluto. Splendida la voce narrante di Jean-Louis Trintignant, registrata appena prima della sua scomparsa nel 2022. Arriverà in Italia distribuita da Lucky Red …

 

È una favola a disegni animati e come tutte le favole comincia con “C’era una volta”. C’era una volta – dunque – una povera taglialegna e un povero taglialegna che vivevano in un bosco. Circondati dalla neve, la natura, il freddo e soprattutto miseria e fame. Sono gli anni terribil della Seconda guerra mondiale e in quel bosco passano di continuono dei “treni merci”, anche se devono essere merci particolari si dice la povera taglialegna poiché spesso intravede delle mani uscire fuori. Lei che non ha potuto avere figli, secondo la volontà del marito, povero e burbero taglialegna – come sfamare una bocca in più ?-, prega perché qualcosa accada. Ed ecco che un giorno il suo desiderio viene esaudito: ad un rallentamento del treno, un piccolo fagottino vola giù con dentro la sua “preziosa merce”.

Michel Hazanavicius, popolare regista francese, lanciato internazionalmente da The Artist e campione al botteghino con commedie blockbuster (sue le fortunate parodie Agente speciale 117 al servizio della Repubblica), sceglie stavolta di guardare alle sue origini (famiglia ebrea dai natali lituani e polacchi) per debuttare nel cinema di animazione con un racconto, una favola sulla Shoah, scritta proprio da un amico dei suoi genitori, conosciuto fin da bambino: Jean-Claude Grumberg, 84enne, rinomato autore teatrale, sceneggiatore (ha lavorato, tra gli altri, con Truffaut e Costa-Gravas) ed apprezzato scrittore per l’infanzia.

Sua è questa favola, La plus précieuse des marchandises (tradotta in Italia da Guanda nel 2019 come Una merce molto pregiata) nella quale attingendo alle proprie memorie familiari, suo padre portato via nel corso di una retata davanti ai suoi occhi di bambino, ci accompagna dall’altra parte della Storia, seguendo piuttosto che l’orrore, la forza della vita contro il male assoluto.

Salvare, accudire e far crescere quella bimbetta in fasce, diventerà la ragione di esistere della povera taglialegna. Anche a costo, in un primo momento, di essere buttata fuori di casa dal marito. Lo sanno tutti che quella è gente maledetta, le dirà, gente “senza cuore”. Ma propio quando il cuoricino pulsante della piccola gli resterà incollato letteralmente – tutto è possibile in un cartone – alle sue manone da povero taglialegna, arriverà persino a perdere la sua vita per salvarla. Parte anche lui di quella catena di solidarietà a cui parteciperanno anche una capra (che le darà il latte) e un “disertore” sfigurato nel corpo e nell’anima.

Michel Hazanavicius firma dunque un adattameto lieve e commovente nel pieno rispetto dello spirito di Jean-Claude Grumberg, senza perdere neanche l’ ironia dello scrittore francese. “Marchandise”, “merce” è uno dei nomi con cui i nazisti chiamavano gli ebrei. Ed è anche il nome con cui la “povera taglialegna” – anche lei senza nome, del resto – indicherà per tutto il film la piccola.

Con la straordinaria voce narrante di Jean-Louis Trintignant, registrata appena prima della sua scomparsa nel 2022, La plus précieuse des marchandises, di cui il regista firma anche i disegni (sotto la direzione artistica di Julien Grande), ci accompagna attraverso la liberazione di Auschwitz, mai apparso fin qui, ed ora svelato attraverso gli occhi del papà della bimba, ridotto ormai ad un fantasma, che quella notte la lasciò cadere dal treno, separandola per sempre dal suo gemello e da sua madre, che in quel lager hanno perso la vita. Di quell’orrore Hazanavicius ci propone solo un’immagine simbolica, potente, tanti volti ammassati, come l’urlo di Munch che, racconta, aver “visto” in Ruanda, volti senza nome, delle vittime delle tante stragi.

Il film si ferma ai primi anni del dopo guerra, quando il padre della “preziosa merce”, ora pediatra di fama internazionale, arriverà per lavoro a Varsavia – il racconto è ambientato in Polonia, finita al di là della Cortina di ferro – e scoprirà sulla copertina di una rivista il volto di sua figlia (identico a quello della madre), celebrata come “campionessa del lavoro” nella produzione di formaggi. La voce profonda di Trintignat, seguendo il testo, di Grumberg conclude – con Shakespeare- ricordando che questa è una storia tra le tante di quelle della Shoah. Oggi c’è persino chi la nega, ma del resto “oggi si dicono tante cose. E il resto è silenzio”.