Orwell che ossessione!
Giornata-evento (sabato 20 febbraio al Defrag di Roma, Via delle Isole Curzolane 75, dalle 17.30) dedicata al celebre scrittore britannico e alla sua influenza in ambito letterario, cinematografico, musicale e teatrale. Ne parleranno esperti “orwelliani” tra immagini, film, musica e cartoni animati di regime…
Orwell è oltre la fantascienza, oltre la fantapolitica, è l’immaginifico brodo di cultura di tutto quanto è regime; manipolazione; mistificazione; simulacro; insabbiamento. E controllo.
Scultura, pittura, fotografia e pittura digitale per raccontare la letteratura, già passata al setaccio dal cinema. Orwell oltre i suoi testi, fondamentali per ogni autore, sia esso di cinema, letteratura o fumetto. Perciò e su ciò si confrontano Sandro Battisti, vincitore dell’ultimo Premio Urania, Alessio Brugnoli, penna dello steam punk italiano, Emmanuele Pilia, saggista e editore, Vittorio Varano, poeta e filosofo e Pier Luigi Manieri, saggista cinematografico, scrittore e curatore di eventi.
Orwell parte da 1984 e da La fattoria degli Animali per sedimentare in Brazil, suggerire V-per Vendetta, definirsi in opere più realistiche come Le vite degli altri e fantasociologiche come I Figli degli uomini. Orwell e Huxley e Bradbury. Padri della distopia totalitaria in letteratura come al cinema. L’ossessione Orwelliana che fu di David Bowie, degli Euritmics e dei Pink Floyd è scandagliata a fondo da Sergio Lombardi, organizzatore di concerti e studioso di storia della musica.
In questo dialogo “cross mediale”, s’inseriscono il punto di vista di Giampaolo Atzeni; Fernando Di Nucci; Lucio Fabale; Guido Laudani; Valeria Mauriello; Paolo Torella con opere che “guardano”.
Atzeni, esponente di spicco del Neo Pop col suo La fattoria del Grande Fratello, divampa nell’allegoria; Selfie video controllato. Di Nucci con le sue soggettive da telecamera, frammenta e cristallizza istanti di uomini. Freddo iper realismo da tecnologia di servizio. Lucio Fabale s’inserisce nell’illustrazione di regime. Con la sua “Grande Sorella”, parla di altre manipolazioni; la fotografia di Guido Laudani esplora invece la tentacolare burocrazia. Tentacolare nelle norme, regole, e cavilli quanto nei corridoi dove essa si celebra e perpetua. Da dietro le sbarre, Fiorirà l’Aspidistra. Scatto di Viviana Mauriello denso di una inquietudine che sa d’imminente e di fatale. Paolo Torella, con l’installazione The Great Seal metabolizza “l’occhio divino che vede tutto”. Rassicurante. Algida. Monolitica.
“Telecamere, cellulari, soldi; gli strumenti della persuasione emergono un po’ ovunque, perché gli occhi del Fratello Maggiore sono molti. E vedono tutto.”
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