Se l’amore fra ragazze (gitane) rende libere. “Carmen y Lola”, la riscossa degli amori lesbo
In sala dal 27 giugno (per EXIT media) “Carmen y Lola”, opera prima della spagnola Arantxa Echevarría, presentato a Cannes 2018, vincitore del Lovers FilmFest di Torino e passato anche al Festival Mix Milano. L’amore tra due adolescenti nella comunità gitana di Madrid che fa “scandalo”. Un racconto di emancipazione e libertà, coraggioso e politico. Mentre gli amori lesbo conquistano i grandi festival …
C’è un sottile vento di libertà che soffia in questi tempi così cupi. E sembra raccontarci di un ulteriore tabù destinato a cadere, finalmente, nonostante non cambi quel tragico bollettino di guerra rappresentato dalle statistiche sui femminicidi o gli infiniti gap di genere culturali e materiali che cotinuano ad esistere, mentre l’onda lunga del movimento #MeToo, il cui tentativo di trasformarlo in una nuova violenta caccia alle streghe, mettendolo fuori gioco, mostra tutta la sua forza.
Stiamo parlando della narrazione dell’amore tra donne che, a stare al cinema – ma anche alla letteratura – sembra aver preso una sua strada maestra, dopo essere stato a lungo secondo, dietro a quello impegnato nel racconto dell’universo gay. Ora anche l’amore lesbo arriva alla ribalta non solo dei festival lgbt – dove ha sempre trovato casa, naturalmente – ma si prende le ribalte delle kermesse più importanti. Cannes, per esempio.
Se la Palma d’oro a La vita di Adele di Abdellatif Kechiche (dal graphic novel, Il blu è un colore caldo di Julie Maroh) ha costituito un inedito risvegliato per Cannes 2013, soltanto due anni dopo, Carol di Todd Haynes ha incantato la Croisette con la raffinatissima trasposizione del romanzo culto di Patricia Highsmith che scrisse nel ’52, firmandolo sotto pseudonimo (quello di Claire Morgan), proprio per “tutelarsi” dallo scandalo.
Del 2016 è ancora Mademoiselle di Park Chan-Wook, autore emergente del nuovo cinema coreano che sempre a Cannes ha portato questo elegantissimo adattamento de La ladra (Ponte alle Grazie), ultimo capitolo della trilogia vittoriana della scrittrice Sarah Waters, esponente di punta della letteratura lesbo inglese, impostasi già al grande pubblico internazionale. Fino a questa ultima edizione della kermesse francese che ha incoronato la sceneggiatura del lesbo-dramma ottocentesco, tutto al femminile (l’unico uomo in scena è il postino), Portrait de la jeune fille en feu di Céline Sciamma, prossimamente in sala con Lucky Red.
È sempre dalla Croisette (era nella Quinzaine des Réalisateurs 2018), infatti, che arriva questa piccola ma sorprendente opera prima della regista spagnola Arantxa Echevarría, premiatissima in patria. Un amore tra ragazze, certamente, ma che ha la sua particolarità nel contesto fin qui inedito per una storia di questo tipo: la comunità gitana di Madrid.
Certo, gli “amori proibiti” all’interno di universi chiusi, magari di religioni ortodosse, come il recente Disobedience del pluripremiato regista cileno Sebastián Lelio, o quelli che nel melting pot del mondo globalizzato mettono in luce lo “scontro tra culture” (Stephen Frears cominciò già a metà anni ’80 complice il grande Hanif Kureishi) sono quasi diventati un genere.
Eppure Carmen y Lola ha una sua grazia particolare e una sua delicata originalità che vive, soprattutto, attraverso la forza espressiva delle due protagoniste, Rosy Rodriguez e Zaira Morales che, come gli altri interpreti del film, sono ragazze rom alla loro prima esperienza davanti alla macchina da presa.
L’elemento realistico e a momenti quasi documentaristico (del resto il film nasce da una storia vera, il primo matrimonio di due ragazze rom a Madrid), inserito in una narrazione di tipo classico, seguendo la lezione di tanto cinema dei Dardenne, per esempio, è efficace per catapultarci all’interno di un mondo assolutamente chiuso e ai margini come quello dei rom. Chiaramente maschilista, patriarcale, reazionario, nel quale le donne, emarginate due volte, possono essere solo mogli e madri e destinate a vivere in funzione degli uomini del clan.
Qui vive Carmen (Rosy Rodriguez), una vistosa adolescente rom che, senza farsi troppe domande sul suo futuro, sogna matrimonio e figli, come del resto l’intera famiglia la spinge a fare. Diversa da lei e dall’intero universo a cui appartiene è, invece, Lola (Zaira Morales), “quella strana” come la chiamano tutti, anche lei adolescente ma con ben altre idee in testa: fa i graffiti, si scontra coi genitori per studiare e andare a scuola, sogna di fare l’università e soprattutto non vuole sposarsi.
L’incontro tra le due ragazze, poi il rifiuto di Carmen per paura, fino alla consapevolezza del loro amore e alla fuga, sono il cuore stesso del film. Un racconto di emancipazione e libertà, coraggioso e politico, sicuramente da vedere.
Gabriella Gallozzi
Giornalista e critica cinematografica. Fondatrice e direttrice di Bookciak Magazine e del premio Bookciak, Azione!. E prima, per 26 anni, a l'Unità.
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