Sokurov, Herzog & Co. Memorie allo scoperto col Found Footage Fest a Roma dal 3 all’8 maggio
L’UnArchive Found Footage Fest è pronto a partire: a Roma, dal 3 all’8 maggio si terrà la prima edizione del festival internazionale il cui obiettivo è celebrare le infinite possibilità artistiche dell’immagine d’archivio.
Il festival è prodotto dall’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, in collaborazione con Archivio Luce e col il sostegno del MiC.
La direzione artistica è affidata a Alina Marazzi – di cui Un’ora sola ti vorrei è grande esempio di questo stile – e a Marco Bertozzi, regista a sua volta anche storico del cinema.
Il programma molto ricco con Live Perfomance, retrospettive e specialmente il Concorso internazionale, con lungometraggi e cortometraggi selezionati da tutto il mondo, così come il Fuori Concorso, con una raccolta di opere dei grandi maestri della storia del cinema.
Tra le tante sezioni del Festival, al primo posto le “Proiezioni speciali” che si concentrano sulle ultime opere di due maestri del cinema mondiale, capaci di trascendere il found footage in specchio della nostra contemporaneità: Werner Herzog e Aleksandr Sokurov. Spazio poi alla lettratura con l’omaggio ad Annie Ernaux, premio Nobel 2022 con la proiezione di I miei anni Super 8, diretto a quattro mani con il figlio David Ernaux-Briot e di un’altra opera liberamente ispirata alla letteratura della Ernaux, l’emozionante cortometraggio Gli anni di Sara Fgaier.
Dai viaggi per il mondo, alla quotidianità casalinga fino alle crisi in famiglia, Les Années Super8 è una testimonianza silenziosa capace di riflettere sia la storia intima e personale dell’autrice che la Storia collettiva. In Gli anni – disponibile anche su RaiPlay – Sara Fgaier mescola immagini di una Sardegna fuori dal tempo: filmati di famiglia, frammenti di vita e luoghi riemergono mutati sotto una nuova luce. Fuori campo la voce di della stessa regista che ripropone frammenti dell’omonimo libro di Annie Ernaux.
I lungometraggi in concorso sono tanti e le storie estremamente necessarie: dalle proteste scoppiate nella Polonia comunista di 1970 di Tomasz Wolski ai racconti d’infanzia parigini di André Bonzel in Et j’aime à la fureur. Per poi passare agli Ultimi giorni di umanità raccontanti da Enrico Ghezzi e Alessandro Gagliardo e alla lotta iraniana tra tradizione e modernizzazione in Radiograph of a Family di Firouzeh Khosrovani.
Tra i film in concorso segnaliamo The Natural History of Destruction dell’ucraino Sergei Loznitsa, direttamente ispirato al libro di W. G. Sebald, Storia naturale della distruzione, appunto (1999, Adelphi Edizioni) che racconta stavolta le sofferenze della popolazione tedesca sotto i bombardamenti alleati, rimasto a lungo un tema tabù.
Non meno importante il tema trattato in Red Africa da Alexander Markov: la storia dell’influenza esercitata dall’URSS su molti stati africani tra il 1960 e il 1990, partendo da straordinari filmati d’archivio girati da operatori sovietici.
Spostandoci poi negli Stati Uniti degli anni ’60 Sierra Pettengill con il suo Riotsville, U.S.A. riflette sul potere, sulla violenza di stato e il razzismo sistematico; fino ad arrivare agli ultimi due lungometraggi in concorso, in cui due donne coraggiose, Natalia Garayalde (argentina) e Bianca Stigter (inglese), mettono al centro del loro racconto d’archivio due temi altrettanto importanti. In Splinters la Garayalde ricostruisce la storia della sua adolescenza messa a confronto con la tragedia che colpì la sua città a causa dell’esplosione della fabbrica di munizioni. Mentre la Stigter col folgorante Three Minutes – A Lengthening riflette sull’Olocausto a partire un filmato amatoriale girato nel 1938 in una cittadina ebraica della Polonia: sono le uniche immagini che ci rimangono di questi abitanti prima dell’apocalisse.
Nella sezione corti, ancora, segnaliamo A History of the World According to Getty Images di Richard Misek dedicato a Getty Images, tra i più grandi archivi di immagini al mondo. Da qui una riflessione sull’influenza degli archivi commerciali e la resistenza contro la privatizzazione della memoria.
Anche in questa sezione non mancano voci di donne: in Innesti neri e bianchi, Federica Foglia, tramite un collage di home movies ricostruisce il suo percorso di crescita: da bambina a donna. Anche Woman as Image, Man as Bearer of the Look di Carlos Velandia, pone al centro la figura della donna: è un sentito omaggio ai contributi di Laura Mulvey, tra le maggiori esponenti britanniche della critica cinematografica femminista, dove le immagini scorrono, si rincorrono e si collegano fra loro ricreando il ruolo dell’attrice nella storia del cinema, segnata dallo sfruttamento del corpo.
Tra le proiezioni speciali anche The Fire Within: A Requiem for Katia and Maurice Krafft del Werner Herzog uno dei documentari più apprezzati nel 2022 su Maurice e Katia Krafft, i leggendari vulcanologi e filmmaker originari dell’Alsazia. Herzog per realizzare il film ha lavorato su oltre 200 ore di filmato lasciato dai Krafft, un documentario assolutamente senza precedenti.
Ad ospitare il festival saranno le tre sale del Cinema Intrastevere (Vicolo Moroni, 3), per la proiezione di film. L’Alcazar (Trastevere) per le performance musicali. L’Accademia di Spagna ospiterà invece i panel e le tavole rotonde in cui si confronteranno gli ospiti e il meraviglioso Tempietto del Bramante per le istallazioni artistiche. Mentre a scegliere i vncitori sarà la giuria compostacomposta dall’artista Rä di Martino, dallo studioso canadese Laurence McFalls e dalla montatrice Ilaria Fraioli che assegneranno i premi UnArchive Award, Best Feature Film Award e Best Short Film Award.
Mariella Palomba
Tirocinante, La Sapienza - Roma
Musicista di Jazz
Vorrei scrivere della Musica che si unisce al Cinema, alla Letteratura.
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