Aspettando “L’uomo e la bestia”. Quindici anni di cinema collettivo con i film partecipati di Marechiaro
Nel 2025 vedrà la luce “L’uomo e la bestia” terzo film partecipato della factory creativa Marechiaro di Antonietta De Lillo. Presentati i 7 progetti vincitori della seconda edizione del workshop formativo FARE UN FILM che faranno parte del nuovo lavoro collettivo dedicato al significato di “bestialità” nei linguaggi e negli immaginari contemporanei. Tema mai così calzante in questi tempi di guerre e perdita di ogni parametro d’umanità, con l’augurio che “nell’anno nuovo ognuno riesca a trovare le ragioni della pace”. Fino al 6 gennaio disponibile in streaming gratuito il primo film partecipato, “Oggi insieme, domani anche” …
Il punto di partenza è che il “noi” funzioni meglio dell’”io”. O almeno che diverta molto di più. L’approdo sono i tre film partecipati della Marechiaro, factory creativa di Antonietta De Lillo che, proprio nel 2025, festeggia quindici anni di questo “cinema circolare e sostenibile” di cui l’ultimo nato è L’uomo e la bestia, riflessione, collettiva – appunto – sul significato di “bestialità” nei linguaggi e negli immaginari contemporanei. Tema mai così calzante in questi tempi di guerre e perdita di ogni parametro d’umanità.
Partito nel 2016 il progetto si è esteso anche a due edizioni di workshop formativo, FARE UN FILM, ideato dalla stessa De Lillo e curato da Veronica Flora e Antonio Pezzuto, con relativo bando, raccolta di progetti (oltre 150 video pervenuti), workshop in tre città (Palermo, Napoli e Roma) e sette vincitori premiati da tre giurie, insieme ai partner AAMOD – Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico e Premio Solinas.
Sette progetti (vincono 3000 euro ciascuno e il tutoraggio artistico-produttivo della Marechiaro) che faranno parte de L’uomo e la bestia – atteso nei prossimi mesi del 2025 – e dei quali un primo assaggio (qui sono visibili i trailers) è stato offerto lo scorso 16 dicembre nel corso di un pomeriggio di proiezioni e festeggiamenti allo Spazio Scena de La Regione Lazio a Roma.
Pochi minuti ciascuno per raccontare intanto la sensibilità di una collettività di sguardi che non cerca certamente lo scimmiottamento dell’animale umanizzato in stile social, ma piuttosto come l’uomo a lui si relazioni nel bene e nel male. Piccioni viaggiatori (Cuori alati. Il viaggio di ritorno di Alessandro Guerriero), povere creature in gabbia (Close di Marta Esposito), gabbiani in sterminate dicariche (L’isola dei gabbiani di Francesca Belli), animali riprodotti per i musei naturalistici (Nelle pelle dell’altro di Leonardo Modonutto e Teresa Sala), cani pastore (Bobby di Erica De Lisio), quelli virtuali (Furrylicious di Elisa Pontillo) o uccelli canterini in fuga ( L’uccello imbroglione di Davide Salucci).
Spazio a quelli acquatici ancora (sorprendente la relazione di un anziano signore col granchio che vive tra gli scogli) grazie al Lab Creativo del Festival Pianeta Mare (diretto da Valerio Ferrara e ideato con la curatela artistica di Max Mizzau Perczel) sul tema delle Bestie marine. Il contest online Animali metropolitani è l’ultimo ingranaggio della complessa macchina creativa e collettiva de L’uomo e la bestia.
Un meccanismo ormai rodato in tanti anni di lavoro. È di 15 anni fa, infatti, il primo esperimento, Il pranzo di Natale (2010), felice racconto dell’Italia dal punto di vista privilegiato delle festività, mentre la crisi ecoomica del 2009 si faceva sentire di più. E disponibile in streaming gratuito fino al 6 gennaio 2025. Del 2015 è poi Oggi insieme, domani anche, – nome in codice Oida – riflessione a più sguardi sui cambiamenti del sentimento amoroso, proprio mentre in parlamento si tentava la via per rendere legge le unioni civili.
Antonietta De Lillo ha sempre avuto un certo fiuto per anticipare e offrire attente letture degli umori dei tempi (e penso anche ai ritratti come Let’s Go sulle nuove povertà). Magari grazie anche alla sua capacità di muoversi nel mondo animale (il kafkiano Il signor Rotpeter resta uno dei suoi capolavori), un po’ per indole, un po’ per sopravvivenza come ci mostra nel recente L’occhio della gallina, racconto pieno d’ironia della resistenza di una donna, di un’autrice, capace di fare cinema contro ogni censura (l’ha vissuta per 20 anni) e isolamento. L’uomo e la bestia è il nuovo tassello di questo percorso, nell’augurio, “di tutto cuore che nell’anno nuovo ognuno riesca a trovare le ragioni della pace”. Invito che facciamo nostro e rivolgiamo non solo ai nostri lettori.
Gabriella Gallozzi
Giornalista e critica cinematografica. Fondatrice e direttrice di Bookciak Magazine e del premio Bookciak, Azione!. E prima, per 26 anni, a l'Unità.
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