Diario di una combattente d’Amazzonia. Ecco “Edna” nel doc di Eryk Rocha (figlio di Glauber)

Presentato in concorso alla Mostra Internazionale del Nuovo Cinema – Pesaro Film Festival, “Edna”, il nuovo doc di Eryk Rocha (figlio di Glauber, tra i massimi esponenti del Cinema Novo) racconta una donna protagonista della resistenza nel Nord del Brasile, contro l’occupazione delle terre e la deforestazione. Ispirato all’opera teatrale di Gabriela Carneiro da Cunha, e seguendo il diario della stessa protagonista, un ritratto femminile fra presente e passato, soprusi e lotta, tragedia e momenti di irriducibile dignità e bellezza…

«La guerra non è mai finita», dice Edna “Diná” Rodrigues de Souza, testimone di una Storia che brucia e insanguina tuttora l’Amazzonia brasiliana. È di Edna che ci parla il film omonimo di Eryk Rocha, in concorso alla 57esima Mostra Internazionale del Nuovo Cinema – Pesaro Film Festival, dove ha ottenuto la Menzione Speciale della Giuria Giovani.

Ed è stato forse il momento più emozionante dell’intera edizione, quello in cui Bruno Torri, fondatore della Mostra insieme a Lino Micciché, ha preso la parola per ricordare il profondo legame (suo e della storica manifestazione pesarese) col «genio» Glauber Rocha, tra i grandi nomi del Cinema Novo (la “Nouvelle Vague” brasiliana) e padre di Eryk.

Il quale a quel movimento ha dedicato il doc Cinema Novo (2016), ereditandone, per dirla ancora con Torri, «l’impegno, la visione, la carica di identità e furore». E Edna ne è la dimostrazione: film a un tempo lirico e politico, disperato e carico di vitalità, come la donna di cui racconta, e che si racconta nel doc, attraverso le pagine del suo diario Storia della mia vita. La voce «sussurrata, bassa, introspettiva» della protagonista (come l’ha descritta Rocha) porta con sé e diffonde quelle parole come un vento che il suono degli spari (echeggiante brutalmente tra i muggiti delle mucche e le musiche di Guilherme Kastrup e Ava Rocha) non ha estinto.

Cresciuta con la sola madre e sei fratelli maschi, Edna testimonia la resistenza contro un potere politico che, dalla dittatura militare tra gli anni ’60 e ’80 all’odierno regime Bolsonaro, ha invaso, occupato e devastato la terra degli indigeni nel Nord del Brasile. Lo sguardo di Rocha ce la mostra nel presente dei gesti e delle piccole discussioni quotidiane, su cui però grava costantemente il peso di una storia personale e collettiva in cerca di giustizia.

«La pagherai, Demonio. Dio ti punirà, ti farà smettere di uccidere le persone», è la preghiera della donna che si rinnova accanto al ricordo delle uccisioni, degli stupri, delle deforestazioni e della prigionia: rinchiusa in una cella così stretta da non permettere neanche di stendersi, Edna «incarna la storia del suo popolo», ha affermato Rocha. Un popolo ancora oppresso e ancora in lotta (il film è dedicato all’attivista Paulo Fonteles Filho, morto nel 2017 e figlio del politico e sindacalista Paulo Fonteles, assassinato nel 1987).

Ma non sono solo le ferite del passato a segnare il racconto del regista e della sceneggiatrice Gabriela Carneiro da Cunha (alla cui opera teatrale si è ispirato il film). Edna infatti strappa all’interminata tragedia spazi di libertà e bellezza che sono già atti di una storia dei vinti in grado di incrinare quella dei vincitori. Dal bianco e nero di un oggi immerso negli orrori di ieri, si passa perciò ai colori di una realtà ancora da (ri)scrivere. E nell’immagine dei fiori di campo gialli colti dalla protagonista c’è la forza di un’umanità e di una natura martoriata ma non annichilita.

Per questo la tensione della donna (suggerita anche dalla macchina da presa) a mettersi in viaggio, più che una fuga (e una resa) pare l’apertura a un altrove insieme materiale e spirituale, interiore ed esteriore. Emblema perfetto della doppia anima del cinema di Rocha (e del miglior cinema brasiliano): teso, come ha affermato il regista, a rompere la «falsa dicotomia» tra «cinema militante e cinema di poesia». Tracciando, con la poesia radicalmente politica di Edna, le vie di una liberazione ancora possibile.