Film “in quarantena” salvati dalla distribuzione digitale? Ne discutono gli addetti ai lavori
Sarà la distribuzione online a salvare i flm “congelati” dalla quarantena? Il dibattito tiene banco nell’intero pianeta. Le major americane lanciano in digitale “Emma”, “Bloodshot”, “L’uomo invisibile” (disponibili anche da noi in modalità pay-per-view). Posizioni contrastanti in Francia e Italia, ma diversi operatori del settore sono favorevoli a provare. «A condizione», sottolinea il produttore e distributore indipendente Gianluca Arcopinto, «che l’emergenza non diventi la nuova normalità». Si pensa anche a sale virtuale per le prime visioni. E “Ciak” col Museo del Cinema di Torino lanciano “i film della nostra vita” online …
Uscire o non uscire online? Questo è il dilemma per il cinema mondiale, spiazzato dall’emergenza che ha messo in stand-by titoli attesi per questi giorni, o usciti e prematuramente ritirati. Anziché attendere un ritorno alla normalità che ancora non si vede all’orizzonte, la soluzione suggerita da molti (e già adottata da alcuni) è quella di distribuire sulle piattaforme on demand (almeno finché dura l’emergenza) i titoli che erano destinati alle sale.
Le major statunitensi hanno aperto la strada: colossi come Universal, Warner e Sony tentano di recuperare parte degli incassi anticipando l’uscita digitale di alcuni titoli di punta, circolati nei cinema USA a ridosso della chiusura e spesso inediti in paesi come l’Italia. È il caso, ad esempio, di Emma, adattamento del celebre romanzo di Jane Austen, e de L’uomo invisibile, altro adattamento da H. G. Wells (entrambi per Universal), disponibili da noi, rispettivamente dal 20 e dal 27 marzo, in modalità pay-per-view (paghi ciò che vedi, senza abbonamento) su piattaforme come Chili, Google Play, Infinity e Rakuten Tv.
Sempre dal 27 marzo in pay-per-view possiamo vedere Bloodshot, il cinecomic Sony con Vin Diesel. Direttamente in digitale arriverà anche (dal 23 aprile) il film Warner Tornare a vincere, diretto da Gavin O’Connor e interpretato da Ben Affleck. Nella stessa direzione si muove la Disney, forte anche della neonata piattaforma Disney+ (che ha debuttato da noi il 24 marzo), dove ad aprile (in Italia dal 10) uscirà in esclusiva il nuovo lungometraggio Pixar, Onwards.
Il dibattito è apertissimo in Francia, dove la pandemia ha avuto ripercussioni particolarmente traumatiche sul cinema (portando allo spostamento di Cannes 2020): c’è chi, come Alexandra Henochsberg (del collettivo di distributori DIRE) si dichiara aperto alla possibilità di trasmettere on demand i film più a rischio di essere penalizzati da un “sovraffollamento” di titoli alla riapertura: «Ma senza rinunciare a una distribuzione nelle sale, anche più limitata, non appena possibile».
Più scettici altri, come Michel Zana (di Sophie Dulac Distribution), che ha raccontato come l’ipotesi on demand per un film come Canción sin nombre stia «generando più problemi» che soluzioni, per le difficoltà burocratiche e l’incertezza di una futura circolazione in sala («gli esercenti accetteranno di proiettare un film già trasmesso?»).
E in Italia? Da noi sono circa settanta i lungometraggi pronti per l’uscita e fermi a causa del virus. Intervistato da Variety il 16 marzo, il presidente dell’Anica, Francesco Rutelli, ha dichiarato che è in lavorazione una modifica alle norme sulla distribuzione, sì da trasmettere una parte dei film “congelati” in chiaro o on demand senza gravare eccessivamente su produttori e sale.
Nel frattempo, gli addetti ai lavori (anche qui) si esprimono. Parlando con noi, il produttore e distributore indipendente Gianluca Arcopinto si dichiara tendenzialmente favorevole a sperimentare la messa online di alcuni titoli «in una fase di completa emergenza» come l’attuale: a patto però che tale soluzione «non diventi la normalità».
Il nodo economico da sciogliere riguarda anzitutto le sale: che, prosegue Arcopinto, «dovrebbero essere sostenute, non attraverso queste forme alternative di visione, ma dallo Stato». I distributori, invece, andrebbero «messi nelle condizioni di scegliere le piattaforme per loro più convenienti, come prima sceglievano le sale».
L’importante è che, per quando usciremo dalla pandemia, sia preservata la possibilità di decidere per l’una o l’altra forma di visione. «Sarebbe anacronistico, anche a prescindere dall’emergenza, negare che per molti spettatori le piattaforme on demand siano già la modalità di fruizione privilegiata. Ma, da spettatore, preferirei sempre avere anche la possibilità di andare in sala».
Non va trascurato, tra l’altro, il divario digitale, che taglia fuori ancora molte persone dalla possibilità di fruire adeguatamente dell’offerta cinematografica online. «È un problema», afferma Arcopinto «che in questi giorni sta emergendo anche nella scuola, e si pone a maggior ragione per il cinema: in buona parte dei comuni italiani la fruizione sulle piattaforme internet è estremamente complicata. Può esserlo anche in città come Roma, a meno che non si disponga della fibra ottica».
Anche Alessandro Tiberio di Valmyn (intervistato da Cinemaitaliano.info), pur ammettendo, soprattutto in questa fase, la necessità di aprire a «modalità di fruizione diverse», ribadisce che «la sala è insostituibile», perché «il Cinema è prima di tutto relazione e socialità».
Dal canto suo, Lionello Cerri, esercente (con Anteo SpazioCinema) e produttore (con Lumière), ha annunciato (in un intervento su La Stampa) di star lavorando a una «sala virtuale che si proponga come piattaforma anche per film in prima visione». «Il problema da risolvere», aggiunge, «è quello dei diritti. Ma penso di poter dire che siamo a buon punto».
Nel frattempo, il Museo del Cinema di Torino, in collaborazione col mensile Ciak (e con la partnership di RaiMovie e RaiPlay) lancia, per Torino Città del Cinema 2020, l’iniziativa I film della nostra vita, un vero e proprio torneo virtuale per eleggere, in diverse categorie, i film più amati della storia del cinema. Tutto il popolo del web può intervenire: in una prima fase (dal 1 al 15 aprile) suggerendo via e-mail e social i titoli da mettere in gara, quindi, per la seconda fase (da maggio), votando in più turni le opere preferite.
Anche le celebrazioni per i vent’anni del museo torinese “traslocano” online, insomma, in attesa che lo facciano (forse) alcuni film italiani pronti per le sale e messi in attesa. Come andrà a finire? Staremo a vedere… on demand?
Emanuele Bucci
Libero scrittore, autore del romanzo "I Peccatori" (2015), divulgatore di cinema, letteratura e altra creatività.
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