Il Giappone di Antonioni ritorna al futuro
È “Belligerent Eyes“, un progetto sperimentale della Fondazione Prada, a Venezia, a partire dai materiali girati in Betacam dal grande autore insieme ad Enrica Fico nel Giappone degli anni Ottanta. Intorno al tema dell’invisibilità si svilupperà una riflessione sul futuro della visione …
Sette video tapes “ritrovati”. Lo sguardo di Michelangelo Antonioni sul Giappone degli anni Ottanta. Un cortocircuito di immagini per un dialogo a distanza che va al di là dell’universo cinematografico. Sono questi gli ingredienti di Belligerent Eyes, il nuovo progetto di ricerca ospite di Ca’ Corner della Regina, sede veneziana della Fondazione Prada, in concomitanza con la 73. Mostra Internazionale d’Arte Cimematografica di Venezia (dal 31 agosto al 10 settembre).
Ideato da Luigi Alberto Cippini, sviluppato in collaborazione con il regista Giovanni Fantoni Modena, e curato da Stefano Francia di Celle e Marzia Marzorati, in stretta collaborazione con Enrica Fico Antonioni, Belligerent Eyes si propone come una piattaforma sperimentale sull’immagine (www.belligerenteyes.com). Dal 25 agosto al 2 settembre 2016 sarà visibile, in esclusiva, Japan 1984 – 7 Betacam Tapes, sette video, appunto, girati dal grande autore con Enrica Fico, sua consorte, in diverse località giapponesi negli anni Ottanta, che raccontano le trasformazioni delle realtà sociali in corso sul territorio nipponico attraverso l’uso sperimentale di nuove tecnologie filmiche.
Durante il loro pernottamento al Grand Prince Hotel Akasaka, disegnato da Kenzo Tange, Michelangelo ed Enrica Antonioni ricevono, infatti, un nuovo modello di telecamera: la betacam. L’inedito formato elettronico registra la sintesi tra le percezioni dei registi e la realtà sociale e urbana del Giappone. La loro attenzione, infatti, si focalizza principalmente sul confronto tra i momenti identitari e liberi della nuova generazione, in contrasto con lo stretto e rigido controllo delle realtà ufficiali. Le sottoculture, le influenze giovanili legate al rockabilly e al punk, la forte assuefazione causata da strategie di marketing sempre più martellanti. Materiali che diventarono l’oggetto di un documentario dal titolo Un viaggio in Giappone, ridotto poi a Un po’ di Giappone (1990), a causa dei tagli richiesti dalla produzione.
Dal 2 al 11 settembre Belligerent Eyes promuoverà un esperimento visivo che si collocherà oltre i paradigmi tradizionali. Si espliciterà l’idea di unire all’interno di un singolo prodotto strutture e discipline tradizionalmente estranee al discorso cinematografico. Negli spazi di Ca’ Corner della Regina saranno realizzate tre produzioni legate al tema dell’invisibilità: una trasmissione radio, una trasmissione televisiva analoga a un talkshow politico e una sperimentazione sul futuro della visione. Le registrazioni che coinvolgeranno i partecipanti di Belligerent Eyes, professionisti e ospiti esterni saranno accessibili al pubblico.
Un gruppo di professionisti del settore provenienti da diverse realtà e latitudini, insieme a quindici partecipanti, saranno chiamati a sviluppare e condividere una serie di iniziative accademiche per ridefinire il futuro delle immagini in movimento. Con l’obiettivo di sfidare le norme educative tradizionali e analizzare sul campo le attuali trasformazioni socio-culturali, il vasto approccio multidisciplinare esaminerà gli aspetti più discordi e significativi della produzione contemporanea di immagini. Ca’ Corner della Regina accoglierà quindi un’associazione borderline, dove professori e studenti, facendo parte di un unico corpo accademico, si misureranno con attività ed elementi innovativi. Nel segno di Antonioni.
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