Gli adattamenti vanno forte ai Golden Globe 2024. Il trionfo di “Oppenheimer” e “Povere creature”
Sono due adattamenti i film che hanno trionfato ai Golden Globe: Oppenheimer di Christopher Nolan e Povere creature di Yorgos Lanthimos.
La storia dell’inventore della bomba atomica, lo scienziato ebreo J. Robert Oppenheimer, dall’omonimo libro premio Pulitzer di Kai Bord e Martin J. Sherwin Robert (ripubblicato da Garzanti) dopo aver dominato i botteghini del pianeta, ora porta a casa ben cinque premi su otto candidature, tra cui quelli per il miglior film drammatico, per la miglior regia e per il miglior attore in un film drammatico (Cillian Murphy).
Mentre la Frankenstein femminile, tratta dal romanzo dello scozzese Alasdair Gray si aggiudica il Golden Globe come miglior commedia e alla bravissima Emma Stone va il premio per la miglior attrice. E scalza la favoritissima Barbie di Greta Gerwig rimasta in panchina con due sole statuette su nove nomination: una per il film campione di incassi (inevitabile, con un box office globale di 1,4 miliardi di dollari) e l’altro per la miglior canzone originale, What was I made for di Billie Eilish e Finneas.
Anche Killers of the Flower Moon di Martin Scorsese dedicato allo sterminio delle tribù Osage dell’Oklahoma, raccontato nel libro-denuncia Gli assassini della terra rossa (Corbaccio) del giornalista David Grann, sale sul podio grazie all’interpretazione di Lily Gladstone, la prima attrice nativa-americana a vincere come miglior protagonista drammatica che ha ringraziato pubblico e giurati nella lingua dei Piedi neri.
Nella categoria miglior film straniero è rimasto fuori Io capitano di Matteo Garrone (candidato italiano all’Oscar) “sorpassato” dalla Palma d’oro 2023 Anatomia di una caduta della francese Justine Triet che, snobbato dalla Francia (la candidatura all’Oscar è per La Passion de Dodin Bouffant del franco-vietnamita Trần Anh Hùng, ispirato al romanzo di Marcel Rouff) ha ricevuto il Globo anche per la miglior sceneggiatura.
I Golden Globe sono assegnati da una giuria di giornalisti della stampa estera e tradizionalmente anticipano gli orientamenti degli Oscar. Nel 2020 proprio alla vigilia della cerimonia dei Golden, la giuria era stata accusata dal Los Angeles Times di essere una casta razzista e corrotta, così da aver portato allo scioglimento della Hollywood Foreign Press Association. Quest’anno, dopo che il brand è stato acquistato da una società di private equity e la Dick Clark Production, hanno votato circa 300 giornalisti da 76 paesi del mondo rispetto all’ ottantina delle precedenti edizioni.