Il cinema che cambia corpo (e anima) di Jacques Audiard. Il suo musical (queer) arriva al cinema
Uscita anticipata per il pubblico romano, dal primo gennaio (al Cinema Quattro fontane) e poi dal 9 gennaio in tutte le sale (per Lucky Red) di “Emilia Perez”, nuovo folle ed entusiasmante film di Jacques Audiard. Un musical queer ispirato alle pagine, inedite in italia, dello scrittore e giornalista francese Boris Razon. Al centro il cambiamento fisico ed esistenziale di un boss del narcotraffico messicano che sceglie di diventare donna. Splendide canzoni scritte dallo stesso regista ed interpreti d’eccezione. Audiard, grande sperimentatore, fa nuovamente centro. Doppio premio a Cannes 2024 …
“Cambiare il corpo cambia l’anima e, poi cambia la società”. Non poteva essere detto meglio di così, anzi cantato, il potere dirompente che porta con sè la scelta di seguire la propria identità, in barba ad ogni convenzione. Lei è una brillante avvocata incaricata di trovare il miglior esperto in chirurgia transessuale, lui è il luminare che cercava. E la loro conversazione è una canzone.
Inimmaginabile da mettere in musica eppure così riuscita, come le tante, tantissime che mescolando dai rumori di strada alle ninne nanne, popolano l’ultima magnifica follia di Jacques Audiard, Emilia Perez che, in concorso a Cannes 2024, ha moltiplicato per quattro la miglior interpretazione femminile alle sue straordinarie Adriana Paz, Zoe Saldana, Karla Sofia Gascon e Selena Gomez, più il Premio della giuria.
Sperimentatore audace, attraversatore di generi, western compreso (The Sisters Brothers, dall’omonimo romanzo di Patrick DeWitt tra i suoi pochissimi titoli non passati a Cannes), l’iconoclasta autore francese stavolta si getta a capofitto in un mirabolante musical-manifesto a tema queer, ambientato tra i narcos messicani. È proprio uno di loro, anzi Manitas il grande boss del più potente cartello, a scegliere di seguire finalmente la sua anima e farsi donna.
Operazione non da poco per uno nella sua posizione, con moglie e due figli al seguito, più l’intera gang di spietati criminali. Sarà l’abile avvocata ad occuparsi di tutto, sparizione e cura della famiglia compresi.
Così la partenza. Ispirata dalla brillante penna dello scrittore e giornalista francese Boris Razon baciato dal successo proprio per questo suo libro (Ecoute, 2018 inedito in Italia) dedicato al tema dell’identità e, soprattutto, della sua tutela nell’era del Grande fratello. Da qui la fantasia di Audiard ha spiccato il volo.
Due anni e più di lavoro, ricerche, soggiorni in Messico. La scrittura della sceneggiatura, meglio del libretto, perché Emilia Perez è a tutti gli effetti un’opera, ogni canzone è scritta dallo stesso regista, mentre firmano le musiche la cantante Camille e il suo compagno, l’arrangiatore Clément Ducol.
Magnifica Karla Sofia Gascón, attrice trans spagnola nei panni della stessa Emilia Perez, sia prima con barba e rudezze da boss che dopo con leggeri abitini svolazzanti. La star hollywoodiana Zoe Saldana è l’avvocata che cambierà la vita al boss, per vedersela cambiare a sua volta e non solo per la montagna di dollari piombatigli addosso. La cantante e attrice americana Selena Gomez, infine, è la moglie di Manitas, all’oscuro di tutto e che si ritroverà “vedova” da un momento all’altro. Salvo un complicato giro del destino che li rimetterà sotto lo stesso tetto insieme ai figli
Emilia che in veste di zia addormenta la sua bambina, una sera diversa dalle altre, con la piccola che riconosce “l’odore di papà” e lo canta (“sa di miele, di macchina, di montagna, di piccante”) è uno dei momenti più struggenti. I sentimenti sono persino in esubero in questo caleidoscopio e raffinato gioco di stile (tra i produttori c’è anche Saint Laurent) capace di passare dal melodramma al thriller.
Dopo tanta vita e passioni represse Emilia può esprimere finalmente se stessa. E da donna fare la cosa giusta. Sarà l’associazione messa in piedi con l’amica avvocata per riparare almeno in parte il tanto male fatto, andando alla ricerca dei corpi delle centinaia di desaparecidos vittime dei cartelli, per restituirli alle madri in lutto. Ora che Emilia, cambiando il suo corpo ha cambiato la sua anima è pronta a cambiare la società. Anche se la sorte avrà altri piani.
La processione con la statua di Emilia Perez, coloratissima come quelle della santeria messicana, portata a spalla tra una fiumana di popolo che canta le sue glorie sulle note de Le passanti di Georges Brassens, è letteralmente da brivido. Jacques Audiard, grande sperimentatore, ha cambiato corpo al suo cinema tante volte. Ed ogni volta ha trovato una nuova anima. Questa sarebbe potuta essere davvero da Palma d’oro.
Gabriella Gallozzi
Giornalista e critica cinematografica. Fondatrice e direttrice di Bookciak Magazine e del premio Bookciak, Azione!. E prima, per 26 anni, a l'Unità.
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