Il maestro (Silvio Orlando) e il bambino in fuga. Roberto Andò porta al cinema il nuovo romanzo
Ecco le prime immagini del nuovo adattamento cinematografico per Roberto Andò. Dopo “Viva la libertà” il regista palermitano porta sul grande schermo il suo nuovo romanzo: “Il bambino nascosto” (2020, La nave di Teseo), sul rapporto tra un solitario insegnante di musica e un bambino inseguito dalla camorra. Ad interpretare il professore è Silvio Orlando. E i lettori dovranno aspettarsi ben più di una differenza col libro…
Un maestro di musica riservato, taciturno, estraneo al mondo e al quartiere che abita (Forcella, nel cuore di Napoli) e un bambino di dieci anni che si introduce nella sua casa, fuggendo dal padre camorrista: l’incontro tra due solitudini spinte ad aprirsi, a rimettersi in discussione, tra gioco e pericolo. Di questo narra il romanzo Il bambino nascosto (2020, La nave di Teseo), che è già diventao un film, per mano dello stesso autore, Roberto Andò.
Lo scrittore, sceneggiatore, regista (cinematografico e teatrale) palermitano – Covid permettendo – ha ambiento la storia tra Roma e Napoli nel quartiere Mater Dei. Produce il suo “complice” Angelo Barbagallo per Bibi Film con RaiCinema.
A dare corpo al personaggio del professore di pianoforte Gabriele sarà Silvio Orlando, versatile interprete di tanto cinema e tv nostrani (tra gennaio e inizio febbraio è stato un memorabile cardinal Voiello nella serie The New Pope di Sorrentino), Coppa Volpi 2008 per Il papà di Giovanna. Andò aveva già diretto Orlando nella rappresentazione teatrale Il dio della carneficina (dal testo di Yasmina Reza).
Quasi tutti napoletani anche gli altri attori coinvolti nel film (incluso il giovanissimo e semi-esordiente co-protagonista), con la significativa eccezione di Roberto Herlitzka (David di Donatello 2004 per Buongiorno, Notte), nel ruolo del padre di Gabriele.
Non è la prima volta che il regista de Le confessioni si cimenta nella traduzione dalla letteratura al cinema di una sua opera: era già accaduto col suo esordio da narratore, Il trono vuoto (2012, Bompiani, Premio Campiello nella categoria opere prime), che Andò traspose sul grande schermo l’anno successivo col pluripremiato Viva la libertà, interpretato da Toni Servillo e Valerio Mastandrea.
E anche allora ci si muoveva tra personaggi alle prese con rapporti familiari irrisolti e con la propria solitudine, dove i dilemmi esistenziali schiudevano realtà più ampie e contraddittorie.
Infatti, se il romanzo del 2012 e il film del 2013, attraverso la parabola dello scambio tra il segretario di partito in crisi e il suo gemello filosofo, ci parlavano dell’incapacità di comunicare di una classe politica, Il bambino nascosto tocca la realtà crudele della camorra, ma anche i limiti di una legge che «in certi casi non ha risposte», come ha anticipato l’autore a CinecittaNews. La vicenda infatti mostra anche il difficile rapporto tra Gabriele e il fratello magistrato.
Andò sottolinea che il passaggio al mezzo cinematografico comporterà più di un cambiamento alla materia narrativa di partenza: verrà ridimensionata, ad esempio, la presenza dei versi di Konstantinos Kavafis (tra i riferimenti letterari più significativi dell’opera insieme ad Anna Maria Ortese), che aprono ogni capitolo del libro.
Ma soprattutto, sarà differente il finale. Una scelta dettata anche dalla volontà di dare libertà creativa al co-sceneggiatore dell’adattamento, Franco Marcoaldi, anche lui scrittore e poeta (Premio Viareggio per la raccolta di versi A mosca cieca, 1992, Einaudi).
Dal nuovo film di Roberto Andò possiamo quindi aspettarci uno scambio non solo tra opera letteraria e cinema, ma anche tra diverse sensibilità di altrettanti scrittori. E ai confronti con altri scrittori il regista Andò non è certo nuovo, avendo diretto il grande scrittore Andrea Camilleri (scomparso nel 2019) nello spettacolo (proiettato anche al cinema) Conversazione su Tiresia (2018).
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