In viaggio con papà. La memoria ritrovata di Costanza Quatriglio arriva al cinema

Arriva al cinema dal 18 aprile (per Luce Cinecittà) il film documentario “Il cassetto segreto” di Costanza Quatriglio. Tra articoli, foto, libri preziosi,  documenti del padre Giuseppe, giornalista e intellettuale siciliano che ha attraversato il Novecento, la ricostruzione di un mondo culturale (anche europeo) e familiare in cui l’autrice si è formata. Una memoria ritrovata “a tempo debito” per elebarore il distacco, riconnettere tasselli e riempire vuoti. Costanza Quatriglio saluterà il pubblico a Roma il 18 aprile (ore 20.30) al Cinema Farnese; alle 21.15 al Cinema Quattro Fontane e il 20 aprile (ore 20.30) al Cinema Nuovo Aquila. Presentato alla Berlinale …

Aggredire, condizionare. Le parole degli archivisti poco o nulla sembrano avere a che fare con la materia umana, enorme, che abitualmente contiene una vita. In questo caso destinata a riempire scatoloni. E poi rivivere in biblioteca.

Scovare, ascoltare, raccogliere storie sono, invece, le parole del regista. Anzi, in questo caso la regista: Costanza Quatriglio che il riempirsi degli scatoloni e lo svuotarsi della casa, gli studi di suo padre, giornalista ed intellettuale siciliano, ha scelto di mostrare nel suo “ritorno” al documentario (l’ultimo, nel 2015, il potente 87 ore su Francesco Mastrogiovanni, l’anarchico salernitano fatto morire in un reparto psichiatrico), appena presentato alla Berlinale.

Quell’immenso patrimonio di libri, fotografie, articoli, registrazioni, corrispondenze da mezzo mondo e attraverso mezzo e più ‘900, adesso sono a disposizione di tutti nel “Fondo Giuseppe Quatriglio”, donato da Costanza alla Regione Sicilia. Il cassetto segreto, invece, le due ore di film che tutto questo contengono, sono a disposizione del pubblico più affezionato dell’autrice siciliana, qui alla difficile prova di un lavoro tanto intimo, quanto personale.

Raccontare il padre, il grande inviato del Giornale di Sicilia, l’amico di Leonardo Sciascia, Renato Guttuso, Ignazio Buttitta, lo scrittore candidato allo Strega (con Sabìr), il fotoreporter che ha immortalato gli States e l’Europa che si ridigneva all’indomani della Seconda guerra mondiale, diventa inevitabilmente, il racconto dell’aria che la regista ha respirato e le ha dato forma fin da bambina.

La casa della sua infanzia, che accoglieva i suoi pianti di neonata, diligentemente registrati e catalogati insieme a tanti altri sonori (anche Carlo Levi) dal padre Giuseppe. Le sue foto da ragazzina col telefono in mano, quasi più grande di lei, magari proprio ad imitare quel padre così impegnato. I ritratti dei pittori importanti – amici del padre – a ritrarla “bambina in corsa” (Guttuso) o in posa come una adulta. E, infine, adulta danzare nella stanza vuota, riempiedola tanto di sè, con leggerezza ritrovata.

Nella casa ancora piena (sono riprese dal 2010 e il 2011), invece, la vediamo dialogare, seguire, interrogare questo uomo anziano, dai capelli bianchi, arruffati, che tira fuori faldoni di carte, fotografie, cineprese d’epoca, che ad un certo punto le svela di avergli proprio aperto il suo cassetto segreto. “I figli hanno il diritto di farlo”.

Giuseppe Quatriglio è scomparso nel 2017 a 95 anni. Sono passati sette anni da quel lutto. Un “tempo debito” per elebarore il distacco e ritrovarne la memoria. Riconnetere tasselli e riempire vuoti. Alberto Burri con le sue colate di resina tra le ferite di Gibellina ne ha fatto opere d’arte. Costanza Quatriglio gli rende omaggio, immergendosi lei stessa nel celebre cretto. Accompagnata dal ritorno in campo di quelle lettere di due innamorati proprio di Gibellina, che il papà inviato nel dramma del terremoto del Belice, ritrovò fra le macerie. Altri cassetti segreti, altre storie quelle. Questa di Costanza è a lieto fine.

Notevole il commento musicale di Giovanni Di Giandomenico. Letizia Caudullo, prematuramente scomparsa, firma questo suo utimo montaggio dopo tante collaborazioni con la regista. Producono Indyca, RaiCinema e Luce Cinecittà che lo porterà in sala dal 18 aprile.