La Mostra apre nel segno di Don DeLillo. Con “White Noise” di Noah Baumbach

La Mostra dei 90 anni festeggia calando il suo primo asso. L’apertura, il 31 agosto, sarà affidata ad uno dei film più attesi: White Noise adattamento di Rumore bianco di Don DeLillo, firmato dal newyorkese Noah Baumbach.

L’impresa di portare al cinema uno dei testi più sacri del grande narratore americano era già stata tentata – senza successo – da altri due registi, Barry Sonnenfeld (Men in Black) nel 2006 e Michael Almereyda (Tesla) nel 2016. È il regista di Storia di un matrimonio (2019) presentato proprio a Venezia ad esserci riuscito, anche grazie all’ingresso di Netflix nel progetto in cui figurano come interpreti Adam Driver e Greta Gerwig, compagna di Noah nell’arte e nella vita.

Autore de Il calamaro e la balena (2015) e The Meyerowitz Stories (2017), Baumbach è da sempre attento alle dinamiche disfunzionali interne alle famiglie: questa volta si confronta con una complessa satira che investe tanto le relazioni più intime quanto la società dei consumi nel suo complesso.

Al centro della vicenda di Rumore Bianco (Einaudi, 2014), capolavoro americano della letteratura postmoderna, c’è infatti il rapporto di coppia tra Jack, docente universitario specializzato in studi hitleriani e Babette, la sua attuale moglie. I due sono già stati sposati e crescono insieme i figli avuti dai matrimoni precedenti. Quando una fuoriuscita di materiali chimici da un vagone ferroviario causa la formazione di una nuvola tossica nella zona in cui abitano, Jack e Babette sono costretti a fare i conti con la possibilità di morire.

“È un grande onore aprire la 79. Mostra di Venezia con White Noise – dichiara il direttore Alberto Barbera – .Valeva la pena di aspettare per avere la certezza che il film fosse finito in tempo. Adattata dal grande romanzo di Don DeLillo, Baumbach ha realizzato un’opera originale, ambiziosa e avvincente, che gioca con misura su più registri: drammatico, ironico, satirico. Il risultato è un film che esamina le nostre ossessioni, i dubbi e le paure radicate negli anni ’80, ma con riferimenti molto chiari alla realtà contemporanea.”