Quei dieci “negretti” così amati dal cinema

È l’autrice più tradotta al mondo, la signora del giallo: Agatha Christie. I sui romanzi sono stati da subito saccheggiati dal cinema (e dalla tv). Tra le trasposizioni più celebri “Assassinio sull’Orient Express” e “Assassinio sul Nilo”. Ma è “Dieci piccoli indiani” il titolo che ha stregato il maggior numero di registi. A cominciare dal grande René Clair, finendo con Kenneth Branagh di cui è attesa una nuova versione con Johnny Depp e Penelope Cruz…

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Secondo l’Index Translationum, l’indice delle opere letterarie tradotte nelle diverse lingue del mondo curato dall’Unesco, l’autore più tradotto al mondo è Agatha Christie che può vantare oltre 7000 versioni dei suoi romanzi.

Agatha Mary Clarissa Miller, Lady Mallowan (Torquay, 15 settembre 1890 – Wallingford, 12 gennaio 1976) fu autrice di decine di romanzi, racconti, opere teatrali, commedie e poesie, ma la sua fama è principalmente e giustamente legata ai romanzi e racconti che in italiano chiamiamo “gialli”, nome preso dalla copertina della celebre serie Mondadori, ma che negli altri Paesi continuano a chiamarsi polizieschi.

Numerose sono state le opere di Agatha Christie portate sul grande o piccolo schermo, i due esempi più conosciuti sono Assassinio sull’Orient Express (Murder on the Orient Express, 1974) di Sidney Lumet con Albert Finney, Lauren Bacall, Sean Connery, Anthony Perkins e Ingrid Bergman, di cui vedremo a breve una nuova versione firmata da Kenneth Branagh (con Johnny Depp, Judy Dench, Michelle Pfeiffer e Penelope Cruz) e Assassinio sul Nilo (Death on the Nile, 1978) diretto da John Guillermin con Peter Ustinov, David Niven e Mia Farrow.

Ma il romanzo della scrittrice britannica più volte portato sul grande schermo è sicuramente Dieci piccoli indiani, pubblicato per la prima volta nel 1939 col titolo Ten Little Niggers (Dieci piccoli negretti). Il titolo originale dell’opera, ispirato ad una filastrocca dell’ottocento, venne tuttavia sostituito in Ten Little Indians per non urtare, nel falso perbenismo made in Usa, le comunità afroamericane, e poi definitivamente in And Then There Were None (E poi non rimase nessuno). Mentre da noi rimase Dieci piccoli indiani.

Dieci sconosciuti vengono invitati e ospitati presso l’unica abitazione presente in una piccola isola di proprietà di un certo signor Owen che, attraverso un grammofono, li incolpa tutti di omicidio e inizia ad ucciderli seguendo il rituale di una macabra filastrocca.

Con 110 milioni di copie vendute Dieci piccoli indiani è il “giallo” più venduto nella storia e il quarto romanzo più venduto di sempre. Venne portato per la prima volta sul grande schermo pochi anni dopo la sua uscita da René Clair.

Dieci piccoli indiani (And Then There Were None, 1945) fu il quarto e ultimo film girato dal regista francesce a Hollywood che riprese piuttosto fedelmente il testo del romanzo fuorché nella parte finale in cui fu inserito un “lieto fine” assente nel libro, ma presente nella commedia omonima curata dalla stessa Agatha Christie.

Clair e lo sceneggiatore Dudley Nichols (già premio Oscar per Il traditore, diretto nel 1935 da John Ford), inoltre, si discostarono dal filone “giallo” o thriller inserendo parentesi rosa e un marcato humor nero, garantito da un cast azzeccatissimo nel quale figuravano grossi nomi del tempo: Barry Fitzgerald fresco di Oscar per l’interpretazione de La mia via (Going My Way) di Leo McCarey; Walter Huston, padre del regista John e attore di grande qualità che dopo diverse nomination, vinse nel 1949 l’Oscar come miglior attore non protagonista per il film Il tesoro della Sierra Madre (The Treasure of the Sierra Madre) diretto dal figlio; Louis Hayward Oscar nel 1945 per il documentario With the Marines at Tarawa; June Duprez protagonista femminile de Il ladro di Bagdad (The Thief of Bagdad, 1940) capolavoro co-diretto da Ludwig Berger, Michael Powell e Tim Whelan; Roland Young ovvero lo zio Willy di Scandalo a Filadelfia (The Philadelphia Story, 1940) di George Cukor; Richard Haydn maestro della commedia da Colpo di fulmine (Ball of Fire, 1941) di Howard Hawks a Frankenstein Junior (Young Frankenstein, 1974) di Mel Brooks; Judith Anderson candidata all’Oscar per Rebecca – La prima moglie (Rebecca, 1940) diretto da Alfred Hitchcock; C. Aubrey Smith il “papà di Tarzan” nell’omonimo film diretto nel 1932 da W.S. Van Dyke; Misha Auer nomination all’Oscar per il film L’impareggiabile Godfrey (My Man Godfrey, 1936) diretto da Gregory La Cava ed, infine, Queenie Leonard che chiuse la carriera recitando in Mary Poppins (1964) di Robert Stevenson.

Dal romanzo di Agatha Christie vennero tratte in seguito altre versioni: Dieci piccoli indiani (Ten Little Indians, 1965) di George Pollock, …E poi, non ne rimase nessuno (And Then There Were None, 1974) di Peter Collinson, Dieci piccoli negri (Desjat’ negritjat, 1987) del regista russo Stanislav Govoruchin, unico film a mantenere il finale del libro, purtroppo inedito in Italia. Ma la pellicola di René Clair, che si aggiudicò la prima edizione del Festival di Locarno, rimane la migliore versione tratta dal romanzo di Agatha Christie.