Anatomia di una coppia gay nell’era dei “geo social network”

È “Una Coppia Perfetta – L’Amore ai tempi di Grindr”, primo romanzo del regista e scrittore napoletano Mariano Lamberti. Storia di una coppia omosessuale ai tempi dei nuovi social network di geolocalizzazione che rendono sempre più facili e immediati gli incontri sessuali. Ma anche una riflessione, non priva d’ironia, sulla natura stessa dell’amore…

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Mariano Lamberti è principalmente un regista cinematografico ed è quindi lecito presumere che questo suo bel primo romanzo probabilmente un giorno diventerà un film. Anzi, ce lo auguriamo!

Perché Una Coppia Perfetta – L’Amore ai tempi di Grindr (edizioni goWare) offre uno sguardo nuovo su una realtà contemporanea ancora poco raccontata dal cinema: il rapporto di coppia omosessuale ai tempi dei nuovi social network di geolocalizzazione che rendono sempre più facili e immediati gli incontri sessuali. E lo fa con un taglio veloce e conciso che già suggerisce un’impostazione cinematografica.

Marco e Alex stanno insieme da due anni e agli occhi di tutti sono una coppia perfetta, anche se le crepe della loro relazione sono evidenti fin dall’inizio. Marco, professionista affermato, è un vero maschio italiano, un seduttore instancabile e compulsivo intrappolato in un’inarrestabile coazione a ripetere. Non rinuncia a nessuna occasione nonostante il suo rapporto con Alex:  la cultura patriarcale e maschilista agisce ancora profondamente in lui, tanto quanto il rapporto irrisolto con un padre/padrone ai limiti della schizofrenia e la cultura meridionale della sua famiglia di origine.

Alex invece è un infermiere ancora ventenne che si prende amorevolmente cura di malati terminali, molto spesso anziani, a cui dedica quell’affettività che non riesce a esprimere completamente all’interno del rapporto col suo uomo. Anche Alex, però, non è ancora arrivato a fare i conti con l’eredità ingombrante dell’abbandono di un suo genitore, un trauma primario che lo conduce a intrappolarsi nel ruolo di vittima consenziente, reiterando un bisogno di punizione e di umiliazione direttamente collegato all’eterna ricerca della figura paterna.

Queste dinamiche esplodono nella sfera sessuale della coppia, in cui Marco assume con forza brutale il ruolo di amante padrone, quasi carnefice amorevole della vittima consenziente, Alex, che gode dell’essere trattato come un oggetto dal suo compagno. Quando però Alex scopre l’ennesima scappatella di Marco, qualcosa scatta in lui e segna l’inizio di un percorso in cui i due amanti si troveranno a dover fare i conti con la parte in ombra delle loro personalità e inconsapevolmente iniziare un doloroso percorso di maturazione.

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Lamberti non spreca tempo nel raccontarci la storia d’amore di Marco e Alex e decide di fare a meno di un’architettura narrativa tradizionale e di un graduale trasparire delle falle nel rapporto. Già dalla prima pagina del romanzo, questa coppia viene presentata come molto poco perfetta. Una veloce serie di capitoli ci fornisce i fatti, nudi e crudi quasi, invece di lasciare che emergano lentamente man mano che la loro storia si evolve.

Lamberti ci offre un quadro completo della realtà interna e esterna a Marco e Alex – il loro rapporto, la loro vita, le rispettive famiglie, gli amici di entrambi, il lavoro – con una serie di rapidi sketch, divertendosi e divertendoci con alcuni ritratti di certe tipologie tipiche degli ambienti romani (omosessuali e non) molto gustose – soprattutto gli amici della coppia, per i quali val bene il detto: “con amici come questi, chi ha bisogno di nemici?”.

Si avverte in queste scelte narrative l’urgenza di arrivare al dunque, al nocciolo della questione. E Lamberti lo riesce a fare prendendoci anche di sorpresa in alcuni passaggi importanti della storia, e soprattutto per arrivare a un finale inaspettatamente commovente, sottilmente ambiguo e soprattutto maturo, per dei personaggi inizialmente così immaturi: una presa di coscienza finalmente chiara, l’accettazione e la comprensione dell’altro per quello che è,  l’altro come causa ma anche cura del proprio male.

Mi sono avvicinato a questo romanzo sentendomi un po’ chiamato in causa, non solo in quanto omosessuale in coppia, ma anche perché da qualche anno sto studiando in un’ottica antropologica come i social network basati sulla geolocalizzazione, tipo Grindr, abbiano profondamente modificato il modo di relazionarsi della comunità omosessuale e quello di percepirsi e rappresentarsi di tanti (soprattutto giovani) omosessuali.

Ma il romanzo di Lamberti non ha tanto l’ambizione di analizzare questi fenomeni contemporanei, che pur ci sono nella storia come elementi narrativi e, non senza ironia, rivelatori dei tempi e costumi odierni. La sua ambizione è più grande, arrivare a riflettere su qualcosa di molto più universale, la natura dell’amore e del rapporto amoroso.

La coppia perfetta non esiste, non ci sono né buoni né cattivi, forse neanche l’amore esiste davvero, non per come lo si intende oggi in termini di sentimento assoluto e idealizzato – esiste invece una presenza, l’uno per l’altro, un’accettazione dei limiti e dei difetti dell’altro, che forse sono proprio quelli che creano le condizioni per cui un rapporto sia, se non perfetto, sicuramente unico.