Addio Renato Pallavicini, magnifico ragazzo dei Cinquanta che ci ha fatto scoprire quanti saperi si nascondono tra “le nuvolette”

Un ragazzino degli anni Cinquanta che incolla figurine sul suo album di animali. Era il 2017 quando Renato ha scelto questa immagine di copertina per il suo profilo FB. Ed è forse il miglior autoscatto per raccontarlo quel ragazzino che come tanti suoi coetanei, nell’Italia della ricostruzione, si sentiva “un cosmonauta” sognando “di galleggiare nello spazio, agganciato a un filo di acciaio, come facevano Tintin e il Capitano Haddock” arrivati sulla Luna ben prima dell’inizio della sfida Usa-URSS. E lui parteggiava per Gagarin.

Era un ragazzo degli anni Cinquanta, Renato, anche quando l’abbiamo conosciuto nella redazione de l’Unità agli inizi dei ’90. C’era già da fine anni Settanta, arrivato da Savona – dove era nato il 10 novembre del 1948 -, introdotto in redazione da suo papà giornalista allo sport. Alternava l’eleganza discreta dei suoi modi a un umorismo burbero e a tratti spigoloso, dietro al quale si nascondeva un cuore gentile. Era un uomo pacato, flemmatico ma straordinariamente curioso.

Agli inizi lavorava nell’ufficio grafici e ci stava davvero stretto. Decisamente più felice c’è sembrato quando è approdato nella redazione cultura e spettacoli, dove la sua laurea in architettura poteva combinarsi con un sapere enciclopedico e calvinianamente leggero. In poco è diventato l’autorità incontrastata del fumetto, una delle sue passioni fondanti. Ed è stato suo tutto il merito di averci fatto scoprire la nobiltà di quel mondo che per molti allora era solo Pippo, Pluto e Paperino.

Un po’ come John Steed, il detective inglese con la bombetta della serie tv anni ’60 The Avengers – tra le sue preferite – Renato sapeva mettere insieme tasselli diversi e tessere trame narrative che catturavano l’attenzione come magneti. Come in quegli articoli in cui intervistando Fellini, ti teletrasportava in un universo fanciullino comune, raccontandoci della sua passione per Mio Miao, Bibì e Bibò letti da bambino sul Corriere dei piccoli.

I fumetti, certamente, la fantascienza anche, la televisione dei tempi del bianco e nero, possibilmente. Di questo si nutriva la sua scrittura cesellata e precisa fino alle virgole. E poi e soprattutto i suoi articoli rivelavano l’architetto raffinato, il critico prezioso capace di spaziare da un seminario sul modernismo a Topo Gigio. E magari attraversare epoche e saperi mettendo insieme Jan van Eyck con Antonioni, Crepax e Ridley Scott come in quello splendido articolo scritto anni fa per queste pagine web: Antonioni, Crepax, Scott, van Eyck. Tutti i “blow up” del mistero.

Fuori dal giornale, dai ritmi frenetici che lo tenevano spesso in tensione, Renato era una persona tutta da scoprire. Molto aveva contribuito a tirar fuori la sua natura generosa e sfaccettata la conoscenza di Anna, diventata presto sua moglie. Insieme abbiamo condiviso giorni felici, una ritrovata serenità nel tornare a scrivere – Renato aveva molto sofferto l’uscita forzata per prepensionamento dall’Unità.

A BookciakMagazine Renato ha regalato tantissimi pezzi preziosi (li potete trovare qui), collaborando attivamente anche alla selezione dei graphic novel per il nostro Premio Bookciak, Azione! (nelle foto è un’edizione 2018 del premio a Palazzo Merulana a Roma). E anche per questo va a lui il nostro ringraziamento particolare. Renato collaborava anche per altre riviste come Fumo di China, Fumetto (Anafi), Fumettologica. Trovando il tempo e il piacere di tenere conferenze avvincenti sempre in vertiginoso equilibrio tra i suoi poli di attrazione: l’architettura e i fumetti.

Se ne è andato il 25 aprile 2022 per una malattia che non gli ha dato tregua. E nell’infinita tristezza della sua scomparsa resta il bagliore di una data speciale per tutti noi che lavoravamo all’Unità.
Ti pensiamo tra le nuvolette, Renato. Come ci ricorda il tuo logo su whatsapp. Per Anna un abbraccio particolare.

I funerali di Renato saranno il 27 aprile, ore 11 nella chiesa di SS Fabiano e Venanzio a piazza di villa Fiorelli a Roma