Consigli di “lettura” dalla Festa del cinema di Roma. Anno 14esimo

“Venghino signore e signori, la festa va ad incominciare”. Una festa, una Fiera, un supermercato, un evento, chiamatela come volete, ogni definizione, ad eccezione di Festival, può andar bene.

Perché la Festa del Cinema di Roma, presentata venerdì 4 ottobre in pompa magna all’Auditorium della musica, come ogni anno sede principale della manifestazione, è festa, fiera, supermercato e anche di più.

E Antonio Monda, da cinque anni direttore artistico ne rivendica con orgoglio la sua contemporanea molteplicità e originalità: “giudico la polemica sulla sua natura incomprensibile se non pretestuosa. C’è chi preferirebbe l’ennesimo Festival come Torino o Pesaro. Realtà nobilissime, ma noi siamo diversi. La nostra strada” si accalora, “è differente e lo dimostra quanto è successo in questi anni, i riconoscimenti della stampa internazionale per la qualità dei film presentati, il dialogo col mondo dell’arte, della letteratura, dell’architettura e per la partecipazione attiva di ospiti di primissima qualità”.

Certo, giunta al quattordicesimo anno di vita, la Festa ormai ha assunto dimensioni mastodontiche, tracimando in tutta la città, raggiungendo piazze, cinema, teatri, librerie ma anche carceri e ospedali, in totale ben diciotto luoghi della città coinvolti (sette lo scorso anno) offrendo per dieci giorni, dal prossimo 17 fino al 27 ottobre, una varietà infinita di sfaccettature di cinema.

Ci saranno i 33 i film della sezione ufficiale, soprattutto. A cominciare dai tre italiani: Alessandro Piva con Santa subito (doc su uno dei più efferati casi di femminicidio), Cristina Comencini con Tornare che chiuderà la kermesse e Guido Lombardi con Il Ladro di giorni, storia di un difficile rapporto padre-figlio, con Riccardo Scamarcio, tratto dall’omonimo romanzo del regista pubblicato da Feltrinelli lo scorso aprile. Anche il film di apertura, come già annunciato è di ispirazione letteraria: Motherless Brooklyn – I segreti di una città di  Edward Norton dal bestseller di Jonathan Lethem, Brooklyn senza madre (Bompiani).

Quello che va segnalato, infatti, è che anche alla Festa di Roma trova la conferma una tendenza ormai consolidata: il numero crescente delle pellicole (e vale anche per le fiction e le serie televisive e non) che traggono spunto da, o sono trascrizione in immagini di opere letterarie. Tra queste la più attesa è senza dubbio The irishman di Martin Scorsese, basato sul libro, L’irlandese. Ho ucciso Jimmy Hoffa (Fazi editore) di Charles Brandt, incentrato sulla vera storia di Frank Sheeran, l’irlandese che uccise il sindacalista Jimmi Hoffa. Il film schiera un cast stellare, da Robert De Niro ad Al Pacino, da Joe Pesci ad Harvey Keitel.

Nella selezione ufficiale spicca anche l’horror Scary stories to tell in the dark di André Øvreda, tratto dall’omonimo bestseller di Alvin Schwartz, sceneggiato e prodotto da Guillermo del Toro e in uscita in sala dal 24 ottobre con Notorious Pictures. Come pure il viaggio di Werner Herzog sulle tracce del grande scrittore Bruce Chatwin (Nomad. In the Footsteps of Bruce Chatwin) o la novella Antigone raccontata dalla canadese di Sophie Deraspe. E anche Hustlers-Le ragazze di Wall Street, scoppiettante commedia di Lorene Scafaria che, basata su un’incredibile storia vera raccontata sul New York Magazine e diventata subito virale, porta in scena Jennifer Lopez e la sua band di spogliarelliste-rapinatrici (dal 7 novembre al cinema con Lucky Red).

Completano la mappa letterararia, La nascita del Gattopardo di Luigi Falorni, poi (Luce Cinecittà è co-produttore) che si concentra sulla nascita del capolavoro di Tomasi di Lampedusa e sulla relazione tra l’autore e sua moglie. Il Terremoto di Vanja: Looking for Cechov di Vinicio Marchioni, parte dal capolavoro cechoviano per indagare l’immobilità post-terremoto italiano attraverso lo sguardo tragicomico del grande narratore russo. A Mario Mieli, scrittore, intellettuale e punto di riferimento del movimento omosessuale italiano, scomparso tragicamente nell’83, è dedicato, poi, Gli anni amari di Andrea Adriatico. Mentre la rock star della letteratura americana, Bret Easton Ellis, sarà protagonista di uno degli incontri ravvicinati. Tra gli imperdibili anche Ugo & Andrea, scanzonato ed affettuoso omaggio ai due grandissimi Gregoretti e Camilleri – scomparsi entrambi di recente – nel doc di Rocco Mortelliti, del 2009, basato sulle conversazioni delle rispettive figlie del regista e dello scrittore, Orsetta e Andreina.

Estremamente importante ci sembra a proposito segnalare che la Festa affronta di petto il problema dedicandogli addirittura una apposita sezione intitolata “Tradimenti” nella quale scrittori italiani e internazionali, in diverse location commenteranno la trasposizione di celebri opere letterarie. Tredici gli appuntamenti. Melania Mazzucco, il 18 ottobre parlerà de L’ultimo dei Mohicani; il 19 Gian Arturo Ferrari si confronterà con Shining, lo stesso giorno Lila Azam Zangheneh affronterà L’odissea, mentre Valerio Magrelli rileggerà Ombre rosse. E ancora si parlerà del Dottor Zivago, di Casanova e di Quer pasticciaccio brutto de via Merulana. I protagonisti saranno stelle letterarie come Francesco Piccolo o Sandro Veronesi, o attori come Fabrizio Gifuni.

La miglior sintesi, in conclusione, può essere quella fatta da Laura Delli Colli: “Questa manifestazione ha una doppia anima” sostiene la presidente della Fondazione cinema per Roma “quella della forza immortale del cinema rappresentata dall’immagine scelta come manifesto, la Diva per eccellenza, Greta Garbo e quella legata alla speranza dell’adolescenza perché a 14 anni, quanti ne compie la nostra festa, si diventa adolescenti, curiosi, in cerca di nuovi percorsi della vita”.