I 10 film letterari più belli del 2017
Drammi, cartoon, commedie, documentari. Il 2017 è stato davvero ricco di trasposizioni letterarie e di titoli che si richiamano alle pagine di grandi scrittori. La nostra selezione: dal magnifico e febbrile “Zama” dell’argentina Lucrecia Martel al kafchiano e scimmiesco “Signor Rotpeter” di Antonietta De Lillo, passando dalla Gatta Cenerentola di Basile …
Le classifiche sono sempre arbitrarie, lasciano il tempo che trovano e, soprattutto, lasciano fuori opere che meritano sicuramente di essere viste (o lette in questo caso). Però, nel tempo, sono anche diventate una sorta di sport internazionale che diverte e magari serve anche a ricordare titoli altrimenti abbandonati nel dimenticatoio.
Noi di Bookciak, quindi, non saremo da meno nella stesura dei “10 migliori film del 2017”. Con una ovvia differenza, però: la nostra selezione riguarda solo gli adattamenti da opere letterarie. O meglio, pellicole tratte da romanzi, pièce, o comunque colme di letteratura.
Quindi buona lettura (o visione)…
- Zama di Lucrecia Martel. La regista argentina de La ciénaga guarda all’omonimo capolavoro di Antonio Di Benedetto (Sur editore) per un film storico, ambientato in un avamposto colonico della corona spagnola, dove i coloni europei, gli usurpatori, sembrano vittime di attese spasmodiche e malariche. Un film che continua a risplendere anche molte ore dopo la sua visione, ma senza distribuzione in Italia.
- Gatta Cenerentola di Alessandro Rak, Ivan Cappiello, Marino Guarnieri e Dario Sansone. La stessa squadra de L’arte della felicità mette in animazione 3D la novella di Giambattista Basile. Un noir ambientato in una Napoli futuristica ma con le stesse ferite dell’oggi, la violenza e la criminalità. Una via italiana all’animazione, in corsa per l’Oscar.
- La tenerezza di Gianni Amelio. Più che liberamente ispirato al romanzo di Lorenzo Marone La tentazione di essere felici (Longanesi) è un film dal respiro classico, asciutto e commovente. Con un magnifico Renato Carpentieri nei panni di un avvocato in pensione col cuore in inverno, che ormai ha due sole attività: consumare le scarpe passeggiando per Napoli e rubare da scuola il nipote.
- Sicilian Ghost Story di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza. I registi siciliani di Salvo, scelgono il racconto di Marco Mancassola (dalla raccolta Non saremo confusi per sempre, Einaudi) dedicato all’atroce omicidio del piccolo Giuseppe Di Matteo, per denunciare la violenza e la brutalità della cultura mafiosa, attraverso una favola nera che indigna ed emoziona.
- You were never really here di Lynne Ramsay. La rocciosa scozzese di E ora parliamo di Kevin firma un hard-boiled scabro, violento e nerissimo ispirato al racconto breve di Jonathan Ames (in Italia Non sei mai stato qui, Baldini e Castoldi). Con Joaquin Phoenix nei panni di un reduce ed ex Fbi, che si guadagna il pane “risolvendo problemi”. Usando il martello al posto della pistola.
- Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino. Il regista di A bigger splash gira un film sulla superficie dei corpi, adattando l’omonimo romanzo dello scrittore americano André Aciman. Una storia d’amore gay estetizzante, cinefila e struggente che guarda a “L’età acerba” di André Téchiné.
- Il signor Rotpeter di Antonietta De Lillo. La regista napoletana sceglie Kakfa (il racconto Relazione per l’Accademia) per questo nuovo ritratto in cui risplende la grande Marina Confalone in panni scimmieschi. Un piccolo gioiello fuori formato (dura 37 minuti apppena) che tanto dice della nostra condizione umana.
- The Dinner di Oren Moverman. Terzo adattamento e stavolta americano del best seller La cena di Herman Koch (Neri Pozza) con un cast di prima grandezza (Richard Gere, Rebecca Hall, Steve Coogan, Laura Linney), una sceneggiatura ad orologeria ed un interrogativo inquietante: cosa sareste disposti a fare per coprire i vostri figli che hanno dato fuoco per gioco a un homeless?
- Amori che non sanno stare al mondo di Francesca Comencini. Dall’omonimo romanzo della stessa regista, un film delicato ed ironico che ragione sull’amore, dopo una separazione. Con Lucia Mascino in grado di dribblare con rara qualità attoriale il rischio di trasformare in macchietta Claudia, l’ossessionata protagonista della storia.
- Il pugile del duce di Tony Saccucci. L’incredibile storia di Leone Jacovacci, pugile romano di origini congolesi e campione d’Europa nel 1928. Una vittoria che il fascismo cancellò dalle cronache e dalla storia che ora rivive grazie a questo documentario ispirato dal libro di Mauro Valeri, Nero di Roma (Palombi editore).
E i vostri preferiti?
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