I soliti David, però c’è “La stoffa dei sogni”

Annunciate le cinquine dei David di Donatello col testa a testa tra “La pazza gioia” di Paolo Virzì e “Indivisibili” di Edoardo De Angelis con 17 candidature. Ancora una volta il premio fotografa l’esistente senza troppo coraggio. E “La stoffa dei sogni”, la vera sorpresa della stagione, raccoglie nove candidature, ma non quelle importanti…

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Gianluigi Rondi non c’è più, ma poco o nulla è cambiato nei David di Donatello. Gli Oscar italiani, infatti, quelli delle periodiche polemiche su scelte e giurati (sono 1429), anche in questa edizione numero ’61 – per il secondo anno sotto l’egida Sky – fotografano e premiano l’esistente, col consueto poco coraggio di sempre.

Lo stesso che lo scorso anno decretò la vittoria di Perfetti sconosciuti di Paolo Genovese. Così da rendere merito ad un cinema italiano sempre uguale a se stesso in cui le statuette, più che alla gloria, servono a fare punteggio per le “pagelle” del ministero, necessarie per ottenere i finanziamenti che, con la nuova legge, andranno a premiare ancor di più soltanto chi fa cassetta.

Svelate dunque le cinquine – nella mattinata del 21 febbraio alla Casa del cinema di Roma – che rivelano il prevedibile testa a testa tra La pazza gioia di Paolo Virzì e Indivisibili di Edoardo De Angelis, entrambi con 17 candidature, e soprattutto nelle categorie che contano. Mentre un piccolo film, ma importante come Le ultime cose di Irene Dionisio, vera rivelazione di quest’anno nel segno di un cinema d’autore capace di guardare ancora al sociale e al politico viene praticamente ignorato, con una sola candidatura per l’attore non protagonista, il sempre bravo Roberto De Francesco.

Come pure lascia sorpresi che La stoffa dei sogni di Gianfranco Cabiddu, un vero gioiello tessuto tra Shakespeare ed Eduardo, non venga candidato né come miglior film né per la regia (categorie in cui compaiono Fai bei sogni di Marco Bellocchio, Fiore di Claudio Giovannesi, Indivisibili di Edoardo De Angelis, La pazza gioia di Paolo Virzì e Veloce come il vento di Matteo Rovere) ma ottenga nove nomination per lo più tecniche a parte quelle meritatissime agli interpreti (Rubini e Fantastichini) e agli sceneggiatori (lo stesso Cabiddu, Ugo Chiti e Salvatore De Mola) per quello che ovunque si chiama adattamento, ma che qui ai David chiamano “miglior sceneggiatura adattata”.

In questa categoria, che poi è quella che più ci riguarda, figurano anche Fiorella Infascelli e Antonio Leotti, per Era d’estate;
Edoardo Albinati, Marco Bellocchio, Valia Santella, per Fai bei sogni; Francesco Patierno, per Naples ’44; Francesca Marciano, Valia Santella, Stefano Mordini, per Pericle il nero e Massimo Gaudioso, per Un paese quasi perfetto che non è un adattamento da un testo letterario ma il remake di un film francese.

La cerimonia di premiazione, condotta da Alessandro Cattelan, si terrà agli Studi De Paolis di via Tiburtina a Roma il 27 marzo,  e sarà trasmessa in diretta e in esclusiva  su Sky Cinema Uno, sul canale dedicato Sky Cinema David di Donatello (canale 304), Sky Uno, Sky Arte e in chiaro su TV8. Per chi ne avrà voglia.