“Beats”, elogio dei Rave Parties. L’ultima controcultura musicale, uccisa da Blair

Passato al Torino filmfest, “Beats” , quarto film del regista scozzese Brian Welsh, tratto da un testo teatrale di Kieran Hurley. Attraverso l’amicizia tra Spanner e Johnno, due adolescenti scozzesi, il racconto della stagione dei “rave parties”, movimento anarchico e multiforme dall’energia incredibile, ucciso dal famigerato “Criminal Justice Bill”, una legge scritta appositamente per renderli di fatto, illegali…

1994. Il ghigno di Tony Blair è sugli schermi di tutto il Regno Unito mentre ripete come un mantra: New Labour/New England. Ma vista dalla Scozia la sua cool Britannia è lontana come la luna. Per Johnno e Spanner (Lorn MacDonald e Christian Ortega) i due adolescenti protagonisti di Beats, quarto film del regista scozzese Brian Welsh, tratto da un testo teatrale di Kieran Hurley che cura con lui la sceneggiatura, la cool Britannia di Blair è più lontana di Marte.

L’unica conseguenza diretta che Blair e i suoi portano nelle loro giovani vite di appassionati di musica Techno, è il famigerato “Criminal Justice Bill”, che permette alla polizia di interrompere “qualsiasi raduno caratterizzato interamente o in maniera predominante dall’emissione di Beats ripetitivi”. Si trattava, e continua ad essere, una legge scritta appositamente per uccidere la scena dei Rave Parties, rendendoli, di fatto, illegali.

Beats è la celebrazione dell’energia incredibile di quel movimento anarchico e multiforme, con tutta probabilità l’ultima controcultura musicale popolare slegata da logiche puramente commerciali. Chiunque infatti poteva partecipare, indipendentemente dalla propria estrazione sociale, non c’era alcuna selezione e quindi nessuna discriminazione, molta creatività, molta energia, molte droghe.

Si trattava di un’ incredibile e liberatoria liturgia ad altissimo volume, capace di trasformare capannoni industriali abbandonati e anonimi prati di campagna nel centro pulsante di un organismo estremamente vitale.

Spanner e Johnno sono amici per la pelle ma sanno che le loro rispettive esistenze sono sul punto di dividersi. La madre di Johnno vuole che il figlio cresca in un ambiente meno problematico, e per questo sta per trasferirsi altrove con il nuovo compagno, un poliziotto noioso e falso come la pubblicità della casa verso cui sono diretti.

Spanner, che vive con un fratello psicotico e violento, rappresenta agli occhi della madre di Johnno tutto quello da cui vuole tenere lontano il figlio: famiglie disfunzionali, povertà, scarsa educazione, criminalità.

Ma il legame tra i due ragazzi è più forte e più puro del giudizio degli altri, e la consapevolezza di essere sul punto di perdersi li spinge alla ricerca di una celebrazione degna della loro amicizia. L’occasione rappresentata da un gigantesco e imminente rave party è troppo ghiotta: Spanner, incurante delle certe e orribili conseguenze ruba dei soldi al fratello e fa in modo che anche Johnno, inizialmente impaurito, lo segua in questa avventura.

Nulla ha un potere maggiore nel sigillare le amicizie giovanili quanto il compiere assieme delle infrazioni: prendersi dei rischi, assieme, essere disposti a subire qualsiasi punizione pur di restare fedeli l’uno all’altro, fregarsene della ragionevolezza, mirare il più alto possibile, essere pronti a niente e aperti a tutto.

In questo modo il canto del cigno della Rave Culture si mischia e amplifica il passaggio all’età adulta dei due protagonisti. Un passaggio obbligatorio e brutale che sancisce l’inizio della loro separazione. Ma nonostante l’apparente vittoria di Tony Blair e della sua New England, con le persone divise in categorie immutabili e separate, nonostante la vittoria apparente di chi vuole dividerci e dirci cosa fare e con chi farlo, le parole che Johnno pronuncia prima di addormentarsi abbracciato a Spanner smentiscono, almeno in parte, questa vittoria:  è stato magico.

E la magia vale più di qualsiasi altra cosa, la magia è ciò che resta anche se le cose finiscono, la magia è l’unico traguardo per cui valga la pena di essere giovani.