Alla Festa di Roma è (ancora) tempo di letteratura. Da Cyrano all’Arminuta
Presentata il 6 ottobre la selezione ufficiale della sedicesima Festa del Cinema di Roma (dal 14 al 24 ottobre). Tanta grinta e apertura verso le nuove forme narrative, dalle serie al mondo del fumetto. Senza dimenticare gli adattamenti, specie d’autore, e gli arrivi dai grandi festival…
Lo scorso anno la Festa del Cinema di Roma era terminata sulla soglia di una nuova chiusura. Proprio in concomitanza con l’ultima giornata della Festa, era arrivato il decreto che tornava a chiudere le sale a tempo indeterminato. Tante cose sono cambiate, ma quella beffa è rimasta e rende oggi tutto più combattivo e grintoso, quasi una prova di forza. Traspira anche dall’annuncio della selezione ufficiale della Festa, svoltosi il 6 ottobre, all’ombra (non a caso) dell’Uma Thurman guerrigliera di Kill Bill, scelta come immagine del poster di questa sedicesima edizione.
Sono stati come di consueto Antonio Monda e Laura Delli Colli, rispettivamente direttore della Festa e presidente della Fondazione Cinema per Roma, a rendere noto dal palco dell’Auditorium di Roma l’ampio programma della kermesse capitolina. Nei giorni scorsi erano già stati annunciati alcuni titoli, a cominciare da The eyes of Tammy Faye, film d’apertura, e l’attesissimo Eternals, ennesimo film della galassia Marvel, che vuole però rivolgersi anche a un pubblico molto diverso, visto che porta la firma del Premio Oscar Chloé Zhao (già Leone d’oro nel 2020 per lo splendido Nomadland).
Il mondo del fumetto ha infatti un peso non indifferente nella selezione di quest’anno, oltre al film Marvel saranno presentate dai Manetti Bros. le prime immagini di Diabolik, attese da tempo e finalmente nelle sale alla fine del 2021. Sempre dal mondo della narrativa inchiostrata, sarà presente Zerocalcare, presidente di giuria nell’ultima edizione del nostro Premio Bookciak, Azione!. Molti gli appuntamenti per lui, innanzitutto la presentazione in anteprima della serie animata a cui ha lavorato per Netflix, Strappare lungo i bordi, ma anche un incontro con il pubblico e una mostra per celebrare i dieci anni da La profezia dell’armadillo, il graphic novel che lo ha consacrato al grande successo, da cui è stato tratto anche un film alcuni anni fa.
Accanto al nome più importante del fumetto italiano, ci sarà anche uno degli autori più importanti a livello internazionale: Frank Miller, protagonista di un documentario firmato da Silenn Thomas e di uno degli incontri ravvicinati. Più nascosta invece, ma pur sempre rilevante nel mondo del disegno e dell’animazione, la presenza nella selezione di Alice nella città di Where is Anne Frank di Ari Folman, presentato all’ultimo Festival di Cannes.
La selezione offre poi, ovviamente, anche molti lavori tratti da romanzi tradizionali. Su tutti, L’arminuta, adattamento dell’omonimo e acclamato romanzo di Donatella Di Pietrantonio (Einaudi), girato da Giuseppe Bonito. Ma il più interessante è senza dubbio One second (in originale Yi Miao Zhong) di Zhang Yimou, regista cinese di enorme spessore, già vincitore in due occasioni del Leone d’oro, prima per La storia di Qiu Ju e poi per Non uno di meno.
One second è l’adattamento di un romanzo della scrittrice sinoamericana Geling Yan, inedito in Italia. Da lei, Zhang aveva già tratto nel 2011 I fiori della guerra e nel 2014 Lettere da uno sconosciuto. One second è quindi un ulteriore adattamento, che in origine avrebbe dovuto far parte della selezione della Berlinale ma è stato poi ritirato per dei “problemi in postproduzione”, dietro cui secondo molti si nasconde la censura del governo cinese, probabilmente in subbuglio per lo sguardo del film sui lati più oscuri della Rivoluzione Culturale.
Non è un adattamento (ma incarna alla perfezione il rapporto tra cinema e letteratura) Fellini-Simenon, il documentario sull’amicizia epistolare tra i due pilastri della cultura del dopoguerra, diretto da Giovanna Ventura. Tra il regista e lo scrittore c’era infatti un profondo rapporto di stima e ammirazione reciproca, tanto che quando Simenon fu scelto per guidare la giuria del Festival di Cannes si impuntò per premiare con la Palma proprio un film di Fellini; e non uno a caso, La dolce vita. Fino a quel momento il capolavoro del regista riminese aveva subito attacchi violentissimi, specie dagli ambienti ecclesiastici, ma fu proprio con la vittoria alla Croisette, ottenuta con il supporto dell’amico romanziere, che la critica italiana iniziò a rivalutare il film, consacrandolo poi per il capolavoro che effettivamente è.
In selezione anche Cyrano di Joe Wright, trasposizione in musical dell’intramontabile classico del teatro di Rostand, tante volte passato sullo schermo con grande fortuna di pubblico e premi. Tratto da un romanzo (edito da Rizzoli) invece è Le promesse, di cui l’autrice Amanda Sthers è anche regista, con un cast che annovera star di pregio come Pierfrancesco Favino e Jean Reno. Sempre da Cannes arriva anche Mothering Sunday di Eva Husson, tratto dal romanzo omonimo di Graham Swift, tradotto in Italia con Un giorno di festa (Neri Pozza).
Chiude il treno degli adattamenti Passing, tratto dal romanzo omonimo (in italiano tradotto con Due donne, edito da Sperling&Kupfer) di Nella Larsen, autrice afroamericana di grande valore, protagonista importante della cosiddetta Harlem Renaissance negli anni ’20. Per gli Stati Uniti che continuano a guardarsi indietro per ripercorrere i fili del razzismo sistemico, la riscoperta di Larsen e dei suoi romanzi Quicksand e Passing è stato un passo importante, di cui il film, diretto da Rebecca Hall, è testimonianza.
A tutto questo si aggiugono i premi alla carriera a Tim Burton e Quentin Tarantino, l’apertura alle serie, abbiano esse come protagonisti Martin Scorsese e il papa (Stories of a generation con Papa Francesco) o Carlo Verdone (Vita da Carlo), gli incontri con Marco Bellocchio, Luca Guadagnino, Alfonso Cuarón, Zadie Smith. Così come le proiezioni dei guilty pleasures dei selezionatori (da film più noti come Pretty Woman a titoli inattesi come il cileno Patakin), la retrospettiva dedicata ad Arthur Penn, il doc su Susanna Tamaro (Inedita) gli omaggi a Strehler, Proietti, Tondelli.
E in coda, ma non certo per importanza, non possiamo non citare l’omaggio della Festa a due personaggi enormi del cinema italiano: Nino Manfredi ed Ettore Scola. Per il primo ricorre quest’anno il centenario dalla nascita, per il secondo il novantenario. E l’omaggio congiunto non poteva che essere la proiezione del restauro, messo a punto dal Centro Sperimentale di Cinematografia, di C’eravamo tanto amati, il film del 1974 che è tuttora uno delle opere più belle, profonde e divertenti che il cinema italiano sia stato in grado di offrire.
Tobia Cimini
Perditempo professionista. Spende il novanta percento del suo tempo leggendo, vedendo un film o ascoltando Bruce Springsteen. Nel restante dieci, dorme.
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