Nastri d’Argento 2020: “Pinocchio” vs “Favolacce”. Tanti adattamenti in corsa
Sarà un testa a testa tra due “favole” molto diverse la settantaquattresima edizione dei Nastri d’Argento (i premi del Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani assegnati ogni anno al nostro cinema), di cui il 27 maggio sono state annunciate (in diretta streaming dal MAXXI di Roma) le candidature (in vista della premiazione che avverrà, in presenza dei vincitori, a fine giugno): il record di nomination (nove per ciascuno) è andato infatti all’adattamento di Pinocchio firmato Matteo Garrone e al nuovo film dei Fratelli D’Innocenzo Favolacce.
I due lungometraggi si contendono, tra le altre cose, i riconoscimenti nella categoria miglior film, regia, produttori, scenografia e costumi (realizzati in entrambi i casi da Massimo Cantini Parrini), in un’edizione dei premi inevitabilmente anomala per il difficile momento storico, ma dove emerge in aggiunta la cospicua presenza di titoli ispirati a opere letterarie: oltre a Pinocchio (in corsa anche per la performance di Roberto Benigni e nelle categorie montaggio, sonoro e colonna sonora, quest’ultima del premio Oscar Dario Marianelli), corrono (con sette nomination a testa) anche Il sindaco del Rione Sanità (di Mario Martone, dal testo teatrale di Eduardo De Filippo) e Martin Eden (di Pietro Marcello, dal romanzo di Jack London), già miglior adattamento ai David di Donatello 2020.
I due film gareggiano insieme per regia, attore protagonista (da un lato Francesco Di Leva, dall’altro Luca Marinelli, Coppa Volpi a Venezia 2019), sceneggiatura (dei registi con, rispettivamente, Ippolita di Majo e Maurizio Braucci), attore non protagonista (Massimiliano Gallo e Roberto De Francesco per Il sindaco, Carlo Cecchi per Martin Eden) e sonoro. Il sindaco è candidato poi per il montaggio e la canzone Rione Sanità del rapper Ralph P. Martin Eden invece è in lizza anche per la scenografia, i costumi e la direzione del casting (riconoscimento assegnato dal Direttivo del SNGCI e introdotto quest’anno).
Altra novità è il numero di candidature alla regia, ben dieci. E vi trovano posto, oltre a quelli già citati, altri adattamenti: l’horror di Pupi Avati (dal suo romanzo omonimo) Il Signor Diavolo, in gara anche per il soggetto (del regista col fratello Antonio e il figlio Tommaso) e la scenografia; e il dramma on the road Tutto il mio folle amore (di Gabriele Salvatores, dal libro di Fulvio Ervas Se ti abbraccio non aver paura), nominato anche per la sceneggiatura (di Umberto Contarello e Sara Mosetti), la fotografia (di Italo Petriccione) e la colonna sonora di Mauro Pagani.
Sempre tra i registi nominati, Gabriele Muccino domina con 8 candidature per Gli anni più belli (film, regia, produttori, attore protagonista, Kim Rossi Stuart, attrice protagonista, Micaela Ramazzotti, colonna sonora, montaggio e canzone), seguito da Ferzan Ozpetek con 7 nomination per La dea fortuna (tra cui miglior film, attore protagonista, Edoardo Leo e Stefano Accorsi, attrice protagonista, Jasmine Trinca, sceneggiatura, Gianni Romoli e Silvia Ranfagni, colonna sonora e canzone).
Per il miglior film corre anche Hammamet, con in più quattro candidature per la regia di Gianni Amelio, il protagonista Pierfrancesco Favino, i produttori e la fotografia. Cristina Comencini è nella rosa dei registi col suo Tornare, che ottiene anche le candidature alla miglior attrice protagonista (Giovanna Mezzogiorno), alla fotografia (di Daria D’Antonio, candidata anche per Il ladro di giorni), ai costumi e al sonoro. Il (temibile) competitor Favolacce, oltre alle candidature già menzionate, potrà ambire anche ai premi per sceneggiatura (dei registi), attrice non protagonista (Barbara Chichiarelli), fotografia e montaggio.
Altra deroga alla consueta “cinquina” riguarda la miglior opera prima, con sei candidati tra cui diverse trasposizioni dalla letteratura: abbiamo infatti Igort con l’adattamento del suo graphic novel 5 è il numero perfetto (il cui protagonista Toni Servillo ha ottenuto quest’anno il Nastro alla carriera), in corsa anche per il miglior attore non protagonista (Carlo Buccirosso), la miglior attrice non protagonista (Valeria Golino, candidata anche per il francese Ritratto della giovane in fiamme) e i costumi.
Ci sono poi la favola vera Mio fratello rincorre i dinosauri (di Stefano Cipani, dal libro di Giacomo Mazzarioli) e il prequel della serie (tratta da Saviano) Gomorra, ovvero L’immortale (esordio alla regia del protagonista Marco D’Amore), candidato anche per il montaggio e il sonoro. Completano la rosa Nest di Roberto De Feo, Magari di Ginevra Elkann (per cui è candidata anche l’attrice non protagonista Alba Rohrwacher) e Sole di Carlo Sironi.
Tra le commedie abbiamo Figli (diretto da Giuseppe Bonito, che adatta il monologo del compianto Mattia Torre), candidato anche per le performance di Paola Cortellesi e Valerio Mastandrea. Tratto da un romanzo è inoltre 7 ore per farti innamorare, per cui sono candidati gli attori (in una commedia) Giampaolo Morelli (anche regista e autore del libro omonimo) e Serena Rossi (nominata in aggiunta per Brave ragazze).
Sono nella cinquina per la miglior commedia Odio l’estate (di Massimo Venier, candidati anche l’attrice Lucia Mascino e la colonna sonora), Tolo tolo (di Luca Medici alias Checco Zalone, nomination per l’attrice Antonella Attili), Lontano lontano (di Gianni Di Gregorio, candidato l’interprete Giorgio Colangeli) e Il primo Natale (di Ficarra e Picone). Quest’ultimo ottiene altre quattro nomination: attore non protagonista (Massimo Popolizio, in corsa anche con Il ladro di giorni), produttori, fotografia (di Daniele Ciprì) e costumi.
In corsa tra le attrici protagoniste anche Lucia Sardo (per Picciridda, dal romanzo di Catena Fiorello) e Lunetta Savino (per Rosa), nonché Matilde Gioli (Gli uomini d’oro) e Benedetta Porcaroli (18 regali) tra le non protagoniste. Per la commedia candidati poi Luca Argentero (Brave ragazze), Gianmarco Tognazzi (Sono solo fantasmi) e Anna Foglietta (D.N.A. Decisamente Non Adatti).
Ulteriori nomination, infine, per film tratti da opere letterarie: ai produttori italiani (Paolo Del Brocco e Luca Barbareschi) de L’ufficiale e la spia di Roman Polanski (dal libro di Robert Harris) e al noir di Donato Carrisi (dal suo omonimo romanzo) L’uomo della nebbia, per il soggetto (del regista) e la scenografia. Nei prossimi giorni sapremo i candidati delle categorie documentari e corti, nonché i vincitori dei premi speciali assegnati dal Direttivo: il Nastro europeo, il Nastro della legalità, il Premio SIAE per la sceneggiatura, il Nuovoimaie e i Premi Biraghi e Bonacchi per i giovani interpreti. Già assegnato, invece, il Nastro Speciale 2020 a Volevo nascondermi.